U n luogo spartano e insospettabile, alle spalle della stazione Termini a Roma.
Qui, allo Champagne Palace Hotel di via Principe Amedeo, non c’erano solo i turisti.
Di notte, ospitava anche le riunioni tra magistrati e politici. Si andava oltre l’orario di chiusura.
Alle 00.07 del 9 maggio scorso le intercettazioni raccontano come proprio in quell’hotel si sedevano l’ex sottosegretario Luca Lotti e gli ex consiglieri del Csm Luca Palamara, Cosimo Ferri e Luigi Spina.
Fino all’una di notte, nella saletta di solito riservata alla colazione degli ospiti, si discuteva di nomine importanti come quella del futuro procuratore capo di Roma.
Un posto con pochissimi dipendenti, di notte frequentato solo dagli avventori che popolano le sue camere. Una riservatezza tale che Il Fatto, arrivato sul posto per provare a chiedere conferme e particolari, ha ricevuto un’accoglienza davvero poco gentile.
“QUI NON VIENE nessuno, non si riunisce nessuno. Ci sono solo turisti”, dice l’addetto alla reception. “Forse avrete sbagliato indirizzo”, aggiunge.
Insistiamo: “Quella saletta è riservata agli ospiti”. E ancora: “Io alle 23 chiudo, poi non so cosa succede”. Proprio accanto alla sede del Csm, nella centrale piazza Indipendenza, c’è un hotel gemello, lo Champagne Garden Hotel.
“Qualcuno viene ma di riunioni non ne fanno”, ci racconta. “A colazione è tutto riservato per gli ospiti. Ogni tanto chiudiamo un occhio, quando c’è poca gente. La sera? Forse non è il luogo indicato”.
MA È PROPRIO intorno alla sede del Csm dove sfilano magistrati. Per esempio al caffè Florian’s, a metà fra la sede del Csm e quella del Corriere dello Sport, Luca Palamara – il magistrato ora indagato a Perugia per corruzione – passava quasi tutti i giorni a fare colazione.
Qui alcuni dipendenti però raccontano di aver incrociato “spe sso” anche Luca Lotti. “Veniva, veniva”, dice un cameriere in riferimento al renziano. Insieme a Palamara? “Forse no, ma non saprei dire. Però si sedeva nella nostra sala e incontrava gente”.
Un racconto simile arriva anche dalla trattoria “Al Camoscio d’Abruzzo”, in via Castelfidardo: “È un po’che non lo vediamo, ma Palamara veniva spesso”, ci dice un dipendente. Con Lotti? “Lotti veniva ma non con Palamara”.
E con chi? “Beh, se gli piaceva stare da noi, oltre che per il cibo, è perché ci facciamo gli affari nostri, non crede?”. “
di Vincenzo Bisaglia per Il FQ, 18-6-19