Luciano Odorisio, Politica

P. Taverna:”I 5 punti del PD? Vaghi, non dicono nulla, parola al Colle”

di Luca De Carolis per Il FQ, 22-8-19

La strada è stretta, ripida: per un nuovo governo come per i Cinque Stelle. 

Però Paola Taverna, veterana del M5S e vicepresidente del Senato, giura che in qualche modo si risolverà: “Dobbiamo capire quali sono le aspettative del presidente della Repubblica e cosa fare per il bene del Paese: ma troveremo una soluzione. Hanno dato il Movimento per morto tante volte, ma ce l’abbiamo sempre fatta”. 

Giuseppe Conte si è dimesso. Cosa prova? 

Sono dispiaciuta e arrabbiata. Avevo investito molto in questo governo, ci avevo creduto e non mi aspettavo davvero questo folle gesto di Matteo Salvini, soprattutto ora. Avrebbe avuto una logica, comunque sbagliata ed egoistica, se lo avesse fatto subito dopo le Europee. Ma ora… 

Ecco, perché adesso? Solo per capitalizzare il consenso o c’è altro? 

Io nelle ultime settimane ho visto un altro Matteo. Non so se c’entrino ragioni politiche o giudiziarie, ma lui una vera giustificazione della rottura non ha saputo darla. Posso dire che anche i senatori della Lega sono rimasti molto sorpresi. E trovo ridicolo che adesso Salvini ci accusi di parlare da mesi con il Pd. 

Ora con i dem dovete parlare per forza, però. Ha letto i cinque punti programmatici proposti dal Pd? 

Sono molto vaghi, potevano inserire anche la pace nel mondo… Non mi dicono nulla di particolare. Gli scenari ora sono quelli previsti in una Repubblica parlamentare, e bisogna attendere le consultazioni al Quirinale. Spero però che il Movimento abbia il tempo necessario per consultare i propri iscritti. Qualunque decisione verrà presa, sarebbe molto importante sentire il parere della gente sul web, sulla piattaforma Rousseau. 

Uno dei punti del Pd è la centralità della democrazia rappresentativa. È un chiaro paletto a voi, apostoli della democrazia diretta… 

La democrazia diretta è un obiettivo fondamentale. Parlano tanto di democrazia rappresentativa e allora iniziamo a renderla più efficiente e a risparmiare con il taglio dei parlamentari. 

Va bene. Ma come potete fare un governo con chi avete accusato di ogni male fino a ieri? Lei è descritta tra i più contrari all’accordo. 

Io ho parlato in assemblea congiunta, dicendo che a mio avviso si poteva tornare tranquillamente al voto. Di certo sento il peso della prima legislatura, in cui mi trovavo in netta opposizione al Pd renziano. E mi riesce difficile ora pensare che Renzi e i suoi possano essere cambiati. Ma ora voglio lasciare lo spazio al Quirinale, al confronto tra partiti e alla consultazione degli iscritti. 

Come fare a fidarsi di Renzi, si chiedono tanti di voi. 

Non voglio ridurre tutto a una questione di nomi, perché ora è davvero in gioco il meglio per il Paese. Devo dire che spesso però il meglio per il Movimento, cioè la difesa della nostra identità e dei nostri principi, è stato anche la cosa migliore per l’Italia. Ci sono condizioni per lei irrinunciabili per un’in te sa con il Pd? Non solo con il Pd, ma con chiunque altro non potremmo prescindere dalla tutela dell’ambiente, e dalla riconversione in questo senso del l’economia. E questo, governando con la Lega, non era facile da perseguire. Poi va assolutamente realizzato il taglio dei parlamentari. Ed è fondamentale anche introdurre il referendum propositivo: il Paese deve avere la facoltà di autodeterminarsi. Questi sono temi del Movimento tramite cui si può capire chi ha davvero a cuore l’Italia. 

La permanenza di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi è un’altra condizione? 

In un momento come questo non è centrale il chi, ma il per, cioè i temi, cosa fare. Detto questo, Conte è stato ed è un orgoglio per il Movimento. Ha saputo parlare alla gente con termini nuovi anche per i Cinque Stelle. 

Lei loda Conte. Ma visto co m ’è andata, non è il caso di ammettere che il Movimento ha fallito nella gestione del rapporto con la Lega, e che in generale avete ceduto troppo a Salvini in questi mesi? 

Considerato l’epilogo, non posso che dire di sì. Evidentemente abbiamo sottovalutato Salvini e ci siamo fidati. Lui invece a un certo punto da contraente è diventato il nostro competitore e poi traditore. E questo ci ha indebolito agli occhi di chi guardava da fuori. Abbiamo commesso degli errori, ma eravamo anche alla nostra prima esperienza di governo: dovevamo capire come funzionava la macchina, e questo ci ha sottratto molte energie. 

Beppe Grillo è tornato centrale nel M5S. E a quanto si dice, spinge per l’accordo con il Pd. Conferma? 

Io l’ho incontrato domenica scorsa assieme ad altri del Movimento a Marina di Bibbona. Ci ha parlato di futuro, di lavori che scompaiono, di grandi temi. Ed è sempre un piacere ascoltarlo. 

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