di Pina Fasciani
“Partire dal sudore
Finché la sinistra , radicale, arcobaleno, democratica, progressista, e via dicendo non riparte dal sudore non schiodera’ mai.
Parlo del sudore vero, di fatica, di odori impregnati nei vestiti, di mani callose, di schiene dolenti, di occhi stanchi, di pensieri assillanti per riuscire a vivere e non essere travolti.
Parlo di quelli che sanno cos’è la fatica, fisica, mentale e morale.
Quella fatica che vorresti alleviare e non trovi nessuno che ti rende la mano.
Parlo di quelli, tanti, troppi, che hanno paura di non farcela più, che non hanno neanche più voglia di ascoltare la TV, la chiudono perché è troppa la distanza tra ciò che sono e ciò che promettono.
Parlo di quelli che nonostante tutto mandano avanti il Paese, che la mattina si alzano, vanno a lavorare con la paura di perderlo, di quelli che fanno i salti mortali per mantenere ciò che fanno creato, realizzato.
È un mondo in attesa che qualcosa cambi. Cambi radicalmente e ponga fine a un vivere che non è vivere, è sopravvivere.
Quando questo mondo non è rappresentato è un problema per tutti. Un problema che apre un vuoto dove tutto può accadere.
Sta accadendo.
La rabbia può esplodere, la cattiveria travolgere, si instaura un circolo vizioso di autodistruzione.
La guerra di potenziali poveri contro altri poveri ne è la testimonianza.
La sinistra , nome che ormai solo a nominarla crea rifiuto, è distante, accomunata alle peggiori responsabilità.
E a nulla vale spiegare che la sinistra in questo Paese ha garantito, libertà, democrazia diritti.
La risposta è “Ve li siete rimangiati tutti”.
A nulla vale dire che la Lega ha governato per 20 anni con Berlusconi, perché ti rispondono “ora con Berlusconi ci volete andare voi”, a nulla vale dire che il M5Stelle è diretta con pugno di ferro da un padrone, da una società privata i cui scopi e disegni sono per lo più oscuri, perché ti rispondono che anche la sinistra ha i suoi padroni, più padroni.
Hanno torto ?
No, non hanno torto. Hanno ragione.
E finché la sinistra si presenterà con il volto dei Calenda, con il volto dei salotti bene, con il volto dei Parioli, con il volto dei “rivoluzionari di professione” assicurati da un posto in Parlamento, o con il volto dell’intellettuale indignato , non riuscirà a schiodare nulla.
Non riuscirà a schiodare Salvini, nonostante costui viva di soldi pubblici , sulle spalle di chi ha sudato, da quando era in fasce, ma vuoi mettere quanto è tosto, uno di noi !!
Non schiodera’ i 5stelle che hanno visto la scatoletta di tonno, l’hanno aperta e si sono seduti , inchiodati dalla Casaleggio e Associati a quelle poltrone, facendo anche le capriole!
Ciò che voglio dire alla sinistra è che deve ritrovare se stessa, con il sudore, insieme a quelli che sudano.
A nulla valgono i “fronti”, antiquesto o antiquello, se la sinistra non urla basta con lo sfruttamento, basta con la precarietà, basta con gli sprechi, basta con le corporazioni, basta con i bonus pelosi, basta con le diseguaglianze, con i condoni agli evasori, con le ricchezze immani in mano a pochi intoccabili.
Finché non chiede scusa e non fa proposte adeguate e coerenti battagliando con una opposizione seria e non le pantomime a cui assistiamo !
Serve cambiare registro e volti.
Il volto della sinistra deve avere il volto degli operai, dei giovani studenti, dei disoccupati, delle donne violentate e sfruttate più degli uomini.
E devono puzzare, avere i calli alle mani, i dolori alla schiena e gli occhi rossi e stanchi .
Loro sono i protagonisti, loro devono stare al centro, loro sono la sinistra, loro sono i soggetti che possono cambiare il mondo.
Noi ci dobbiamo mettere al loro servizio, e non il contrario, per costruire una proposta politica alternativa al buio che si profila .
Bisogna essere popolo, non usare il popolo, bisogna amarlo non fomentarlo contro altri popoli, bisogna che il popolo si faccia classe e diventare dirigente.
Non vedo questo nella proposta di Calenda, né di Salvini, né di Di Maio.
Vedo solo l’uso del popolo, non il suo riconoscimento.
E non vorrei che passasse l’idea , mirabilmente scritta da Flaiano, un gioiello abruzzese:
“Non sono comunista. È un lusso che non mi posso permettere”
Perché allora sì che sarebbe la fine.
Ditelo a Calenda”
di Pina Fasciani