Luciano Odorisio, Politica

Nomadi: L’invasione…invasione?! Undici volte meno che a Madrid!

Stralcio di un articolo di V. Emiliani per IlFQ, 12-4-19

“(…)

IN TUTTA ITALIA vengono stimati in 160-180.000 unità, con qualche incremento dopo l’ammissione di Romania e Bulgaria nell’Unione europea. 

Dietro la sigla di “nomadi” – ormai decisamente invecchiata visto che in gran parte sono stanziali – c’è un mosaico di popolazioni che comunque si rifanno alla cultura “romanì” ricca di tradizioni lontane. 

A Roma risultano 6.659, lo 0,22 per cento dei romani, mentre a Torino e a Napoli sono lo 0,26 per cento di quei residenti. 

Nessuna invasione quindi. 

Anzi, fra i Paesi europei più importanti siamo quello che ne ospita di meno: in Spagna, dal grande passato gitano, sono fra i 650 e gli 800.000 dei quali 70.000 (di cui 12.000 stavano nei campi) nella sola Madrid che ha gli stessi abitanti di Roma, più o meno, e dove scene di rigetto o addirittura di razzismo sobillate dalla destra fascista non ci sono state. 

Anche per un solo alloggio popolare, com’è successo l’altro giorno a Casal Bruciato. 

E a Roma i nomadi sono, come ho detto, undici volte meno che a Madrid: 6.659 in tutto, ma chi glielo spiega nel mare di ignoranza con qualche lacuna? 

Pensare che la Municipalità di Madrid ha abbandonato la politica dei campi nomadi – la quale produce, secondo la stessa Onu, segregazione e degrado inesorabili – chiudendone 110 e passando dal 2011 ad una strategia di inserimento, di inclusione nei quartieri cittadini, con investimenti importanti, certo, in corsi di educazione e di formazione, con risultati eccellenti. 

Un modello per l’Europa.

In Francia sono all’incirca il doppio che da noi: 280-340.000 unità, in Gran Bretagna attorno a 240.00, nella piccola Grecia risultano più o meno come in Italia. 

Ma, mentre da noi rappresentano lo 0,26 per cento della popolazione, in Grecia ne costituiscono il 2 per cento, una bella differenza. 

In Italia poi la metà dei nomadi presenti è a tutti gli effetti cittadino italiano e 4 su 5 ormai hanno una casa. 

Il problema vero rimane il loro basso grado di scolarizzazione: soltanto il 38 per cento dei loro ragazzi in età scolare frequenta le lezioni. 

Appena 107 erano registrati alle superiori. 

Ovviamente questa condizione di semianalfabetismo pesa molto sulle possibilità di occupazione, anche se oggi il 40 per cento di Rom, Sinti, Camminanti, ecc. ha un lavoro stabile. 

Ma nell’Unione europea questa quota sale al 60 per cento. 

L’Italia ha poi attinto ai fondi europei per le politiche di integrazione dei nomadi? Pare di no. 

Forza Casa Pound e Forza Nuova!

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