Luciano Odorisio

Noa:”Amare è saper lasciare andare”

Stralcio di un articolo di L. Coen per Il FQ, 5-06-19

“(…)

Già, povera Noa. 

Nel suo libro racconta dettagliatamente che a 11 anni, a una festa di scuola, era stata “abusata sessualmente ”. 

E che un anno dopo, era stata vittima di un altro abuso. 

Sino al trauma spaventoso di essere stuprata da due uomini, nel quartiere Elderverd di Arnhem, la sua città, quando aveva 14 anni. 

E tenersi tutto dentro, zitta, per paura, per vergogna. 

Nemmeno confidarsi coi genitori. 

Come ha confessato pochi giorni fa la madre Lizette: “Siamo tutti sotto choc. Non capiamo perché Noa abbia deciso la via dell’eu ta na si a. Noa è dolce. Bella. Intelligente. Sociale. Sempre allegra. Com’è possibile che voglia morire? Non abbiamo ricevuto una risposta vera, convincente. Solo da un anno e mezzo abbiamo saputo quale tremendo segreto si è portata dentro, senza mai dirci nulla. L’ho scoperto per caso: in una busta che ho trovato in camera sua, c’erano tantissime lettere dei suoi amici di Instagram che discutevano di quel che aveva deciso di fare…”. 

Noa ha scritto agli amici che “questa è la mia decisione irrevocabile, e che amare è saper lasciare andar. Andrò subito al dunque: entro 10 giorni morirò. Dopo anni di battaglie e lotte mi sento prosciugata. Ho smesso di mangiare e bere da un po’, ormai. Dopo molte discussioni e valutazioni, è stato deciso di lasciarmi andare perché la mia sofferenza è intollerabile”. 

A eutanasia si sono sottoposti, lo scorso anno, 6585 olandesi (il 4,4% della mortalità); in Italia e Irlanda resta fuori legge. 

L’Olanda è stato il primo Paese a legalizzare il suicidio assistito nel 2002; due anni dopo ha approvato il “protocollo di Groeningen” sul l’eutanasia infantile, scatenando polemiche anche nel Paese più tollerante d’E ur opa. 

I bambini dai 12 ai 16 anni, possono morire così solo, però, se c’è il consenso dei genitori e se i medici constatano che il dolore del paziente è intollerabile. 

Nel 2003 il vicino Belgio ha legalizzato l’eutanasia, anche perché centinaia di belgi si recavano in Olanda per morire (l’estensione ai minori è arrivata nel 2016). In Lussemburgo, l’eutanasia è possibile dal 2009, ma vale solo per gli adulti e per i pazienti in condizioni terminali “senza via d’uscita”. La Francia ha introdotto il concetto del diritto di “lasciar morire”. 

La Svizzera prevede sia l’eutanasia attiva indiretta che quella passiva (interruzione dei dispositivi di cura e di mantenimento in vita). 

Proprio oggi, a Catania, si discuterà al Tribunale del Riesame, del sequestro dei beni di una donna di 47 anni che il 27 marzo era andata a morire in una clinica elvetica. 

La donna non era malata terminale ma soffriva di una grave forma di depressione: la stessa patologia di Noa. 

La Procura ha aperto un’inchiesta , senza indagati, per istigazione al suicidio.”

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