Migranti, Conte e la Trenta affondano le bugie di Salvini
di SALVATORE CANNAVÒ per Il FQ, 15-8-19
Che Matteo Salvini abbia sempre utilizzato i migranti per farsi propaganda è cosa nota. Stavolta però sembra abbia passato il segno. E il suo modo di gestire il caso Open Arms ha fatto infuriare il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Salvini decide di alzare il livello della propaganda ieri mattina quando rende noto che “Conte mi ha scritto per lo sbarco di alcune centinaia di immigrati a bordo di una nave di una Ong che però è straniera, in acque straniere. Gli risponderò garbatamente, non si capisce perché debbano sbarcare in Italia”.
L’intento è chiaro e lo sarà ancora di più nella campagna Twitter e Facebook che inizia subito dopo: si sta preparando un nuovo governo che vuole far sbarcare i migranti, ma “io non mollo”.
CONTE È A GENOVA per la commemorazione del ponte Morandi, ma fa subito sapere di essere “indignato” per questo atteggiamento. “Il governo ha sempre tutelato i minori”, è il suo ragionamento, “e non si capisce perché Salvini voglia dare vita a un braccio di ferro”.
La lettera scritta dal premier, si fa notare da palazzo Chigi, non chiede di far sbarcare tutti i migranti, ma invita il ministero dell’Interno “ad attivare tutte le misure necessarie a tutelare i minori sulla base delle norme in vigore”.
Una linea in continuità con quanto fatto in passato. Lo scorso gennaio, nel caso dei 49 migranti bloccati a Malta a bordo di Sea Wacht e Sea Eyes, fu proprio Conte a dire di essere pronto “a mandare un aereo per riprenderli”. E comunque i migranti in Italia alla fine sono quasi sempre sbarcati, per via delle pressioni, delle ribellioni alla Carola o di altre ragioni, ma sono sbarcati.
Difficile accusare Conte di aver cambiato linea. Stavolta però è diverso. C’è la crisi di governo. Il leader leghista appare bloccato nella road map che aveva immaginato e lo spot contro il premier capita a proposito. Ma per Conte si tratta di “una narrazione a fini politici” segno di una “irresponsabilità” da parte del suo ministro che non esista a strumentalizzare le condizioni dei minori.
TRA I DUE IL GELO è quindi totale. A Genova ieri mattina si sono a malapena guardati in viso. La vicenda chiama ancora una volta in causa il nodo della permanenza di Salvini al Viminale.
Un leader politico che ha deciso di sfiduciare il governo di cui è azionista fondamentale, può garantire una gestione istituzionale del proprio dicastero?
Nel caso in questione sembrerebbe di no e comunque il governo non potrebbe essere più diviso di così visto che contemporaneamente la minitra della Difesa, Elisabetta Trenta, ha fatto inviare due navi della Marina in modo da essere pronti ad un eventuale trasferimento.
Le mosse di Salvini in realtà sembrano poco lucide, almeno a sentire sia gli ambienti politici, che quelli istituzionali. Conte, invece, ci tiene a far sapere di sentirsi sereno, che il fatto di aver scelto un percorso lineare e trasparente gli dà tranquillità.
La stessa che ostenterà il 20 agosto, quando esporrà le proprie comunicazioni al Senato. Dopo il suo discorso si deciderà il modo in cui il governo dovrà finire. Escluse le mozioni di sfiducia, i parlamentari avranno a disposizione lo strum en to della risoluzione.
Il M5S presenterà la sua, ma sarà Conte a dire se vorrà apporre la fiducia o meno su quel testo. Se non lo facesse, anche quel voto potrebbe dare vita a nuovi scenari.
Quello attuale, comunque, racconta di una chiusura totale tra i due contendenti di questa crisi.