di Tommaso Merlo per Infosannio, 7-9-19
La De Micheli ha detto la pura verità. Il Pd resta il sindacato dei Benetton e di tutto il cucuzzaro lobbistico di sempre. La borsa brinda, il palazzo trema.
Già, la De Micheli ha detto la verità, ma lo ha fatto nel momento sbagliato. Troppo presto.
Che il Pd in questo governo abbia cattive intenzioni, quei fessi del Movimento lo dovevano capire solo dopo, solo strada facendo. Non adesso.
Il Pd ha detto “sì” al governo per non spaccarsi in due. Renzi voleva restare a galla e quel molle di Zingaretti si è accodato per salvare la baracca. Punto e basta.
Le panzane sulla volontà di cambiare il paese e chissà cosa, quelli del Pd le hanno tirate fuori solo dopo. Tutto fumo. Fino a qualche giorno prima della crisi, il Pd era ferocemente barricato all’opposizione.
Ha sempre votato contro ogni provvedimento gialloverde mentre i loro giornaloni infamavano il Movimento di essere peggio di Salvini. Ma che il Pd si fosse improvvisamente convertito, non lo ha mai bevuto nessuno.
Nemmeno il Movimento che vuole semplicemente finire il lavoro iniziato e realizzare i punti ancora in sospeso. Lo sanno anche i piccioni di Montecitorio che la svolta “popolare” del Pd è una triste barzelletta come del resto quella green.
Il Pd è lo stesso di sempre.
Dalla parte dei Benetton e delle lobby, delle trivelle, della TAV, dell’impunità dei potenti e perfino contro il salario minimo e quant’altro. Ma dai primi segnali che emergono, lo scenario potrebbe anche essere peggiore di così.
L’incontinenza della De Micheli ma anche quella di Orlando che blatera di voler ridiscutere la riforma della Giustizia di Bonafede, fanno presagire che il Pd abbia intenzione di cogliere l’occasione governativa per colpire a tradimento il Movimento, per costringerlo a scendere a compromessi e logorarlo, ma da dentro ai palazzi questa volta.
Per questo il Pd non ha voluto firmare nessun contratto ed impegnarsi su punti specifici. Spera di buttar tutto nella solita cagnara politichese in modo da prendersi meriti che non ha e scaricare le sue mancanze sul Movimento.
Ma niente panico. Anzi, questa ennesima mossa avventata del Pd, si potrebbe rivelare il boomerang decisivo per toglierselo dai piedi una volta per tutte. Se davvero quelli del Pd stanno ingannando ancora una volta il paese, saranno loro a pagarne le amare conseguenze.
Come sta succedendo a Salvini. Finché il Movimento rimarrà coerente e fattivo, non ha nulla da temere, anzi, ha tutto da guadagnare perché ha l’occasione di dimostrare coi fatti e coi comportamenti l’abisso che lo divide dal Pd.
Il Movimento deve agire come con la Lega, abbassare la testa sulle scrivanie e sfornare risultati finché sarà possibile. I cittadini non sono dei coglioni come pensano loro.
Quando il Pd darà seguito alle sue cattive intenzioni e farà saltare tutto, non resterà che tornare al voto e la lotta contro il vecchio regime potrà riprendere più forte che mai.