“A furia di scandalizzarsi e ironizzare ogni giorno, di spiegare inascoltata ai nuovi governanti che…
- che non è modo di fare,
- che “quando eravamo al governo noi“,
- che di questo passo dove andremo a finire,
l’opposizione si butta via.
Come sempre fanno i nobili decaduti, irride a quei barbari che hanno invaso le stanze del potere e delle conferenze stampa.
Manca solo “d’altronde contessa di che si stupisce“, in questa deriva elitaria.
Sin che si tiene il ditino alzato si può evitare di usarlo per indicare gli errori fatti e le strade nuove da seguire.
Ma forse non si è ancora trovato un pullman abbastanza confortevole per organizzare la traversata nel deserto.”
E OGGI SI VOTA IN BAVIERA
Forse mai un’elezione regionale è stata considerata così importante.
Oggi si vota in Baviera, lo scrigno dei cristiano democratici europei, che sempre qui hanno dominato.
Qui potrebbe arrivare al capolinea il lungo regno di Angela Merkel sulla Germania, e in maniera ancora più drammatica potrebbe compiersi il destino di quello che è sempre stato il più forte partito socialista democratico del continente, la Spd che fu di Brandt e Schmidt.
La questione migranti ha minato la forza del partito della Cancelliera e di quello bavarese del suo ministro dell’interno Seehofer, e a maggior ragione dei socialdemocratici, intaccati dalle contraddizioni che già hanno ridotto ai margini quasi tutti gli altri partiti della sinistra riformista europea, e punito severamente sette mesi fa anche il Pd italiano.
Il tramonto dei partiti novecenteschi nel Land più ricco di Germania sarà misurato anche dalla portata del successo della destra di AfP e dei Verdi, che come nella vicina Austria sembrano delineare un bipolarismo futuro.
A più tardi per gli exit poll