di Marco Lillo per Il FQ, 4-10-19
C’è una passaggio del decreto che dispone giudizio per Luca Lotti e compagni che potrebbe preoccupare la difesa di Tiziano Renzi: “Sarà il futuro corso del procedimento e di quelloattualmentependentea carico di Renzi Tiziano (per il quale è stata formulata richiesta di archiviazione allo stato non accolta dal Gip) a lumeggiare l’effettivo ruolo rivestito dal Renzi e dal Russo nella vicenda e dunque eventualmente consentire una differente riqualificazione di tale reato”.
Come è noto inizialmente Tiziano e il suo amico Carlo Russo erano indagati insieme per traffico di influenze.
L’ipotesi formulata nel 2017 era che Russo avesse tentato di far valere l’influenza di Tiziano Renzi su Luigi Marroni (ex Ad di nomina renziana in Consip) per chieder soldi a Romeo per sé e per Tiziano.
La Procura di Roma però aveva chiesto l’archiviazione per Tiziano Renzi e il rinvio a giudizio per il solo Russo ma per un altro reato: il millantato credito.
C’era stato, per dirla con l’avvocato di Renzi, Federico Bagattini, quindi “un abuso del cognome di Renzi” da parte di Russo e Tiziano nulla sapeva.
Il Gip Gaspare Sturzo però non si è detto convinto, ha rigettato la richiesta di archiviazione e ha fissato un’udienza per farsi un’idea. Non a casol’udienzaèstatafissatail 14 ottobre.
Ora Sturzo può decidere sapendo cosa pensa dei rapporti Russo-Renzi un altro giudice.
Il Gup Clementina Forleo poteva rinviare a giudizio semplicemente Russo come millantatore confermando implicitamente la tesi dei pm romani: Russo è un mentitore, Tiziano Renzi è innocente, quasi vittima del suo amico millantatore.
IL GIP Forleo si è rifiutata di vistare lo schema proposto dai pm Paolo Ielo e Mario Palazzi. La frase sopra riportata nel decreto di rinvio a giudizio di Russo non era scontata.
Il Gup mette in chiaro che lei non vuole dare a Tiziano Renzi la patente di vittima del millantatore Russo. Anzi. Sarà il giudice del dibattimento a stabilire se Russo millanta o se ab- bia trafficato insieme a Tiziano l’influenza su Marroni.
La Forleo ha sentito questa esigenza perché nel frattempo è intervenuta una modifica legislativa con la legge Spazzacorrotti. Ora i due reati contestati a Tiziano e a Russo, così diversi nel fatto, sono stati unificati nel diritto.
Chi è accusato di millantare (come Russo) e chi è accusato di trafficare influenza illecita reale sono trattati dal nuovo articolo 346 bis del codice penale allo stesso modo.
Quindi il giudice Forleo, nel rinviare a giudizio Russo, ci tiene a precisare che la coincidenza tra richiesta del pm e rinvio a giudizio del gip potrebbe rivelarsi un’illusione ottica al dibattimento.
In altri termine il rinvio a giudizio per 346 bis lascia impregiudicata la questione se Russo sia un volgare millantatore all’insaputa di Tiziano.
Il Gup Forleo lascia al Tribunale il compito di separare il grano dal loglio e prima ancora lo lascia al Gip. Sarà ora Gaspare Sturzo, un giudice di grande esperienza, tra 10 giorni, a dover analizzare e giudicare i rapporti tra Ti- ziano Renzi e Russo.
Un tema delicato sia da un punto di vista giuridico che politico, visto quel che è successo in questi tre anni.
I DUE PROVVEDIMENTI di ieri del Gup sembrano un tentativo di spianare la strada a Sturzo per decidere liberamente, senza l’intralcio di un decreto che desse a Russo la patente del millantatore.
Anche nel provvedimento che proscioglie il maggiore Scafarto dall’accusa di falso, il Gup Forleo ci tiene a sottolineare che “va evidenziato come erano stati acquisiti consistenti elementi inerenti al coinvolgimento di Tiziano Renzi nella vicenda Consip”.
Non basta, il Gup aggiunge una frase che non farà piacere a Tiziano Renzi: “Sarà dunque solo il futuro corso del procedimento e di quello connesso pendente a carico di Tiziano Renzi (per il quale è stata formulata richiesta di archiviazione allo stato non accolta dal Gip) a lumeggiare l’effettivo ruolo rivestito da Tiziano Renzi e Carlo Russo nella vicenda”.
Questo passaggio, nel provvedimento del Gup, è uno dei pochi sottolineati in neretto.
Sarà ora il gip Sturzo a dovere sciogliere questo nodo partendo dai dati di fatto.
L’imprenditore 36 enne di Scandicci (compagno di pellegrinaggi e amico di Tiziano che ha battezzato il figlio) era stato filmato e intercettato una decina di volte nel periodo agosto-ottobre del 2016 mentre entrava negli uffici della Romeo Gestioni e parlava con Romeodigareepagamentiper sé e per Tiziano.
Secondo l’ipotesi dell’accusa i due trattavano un accordo che prevedeva dazioni di 30 mila euro al mese per Tiziano e di 100 mila nette all’anno per Russo.
AGLI ATTI non ci sono elementi certi come intercettazioni o documenti che provino la consapevolezza di Tiziano Renzi.
E così la Procura di Roma ha ritenuto Russo un millantatore e Tiziano Renzi una vittima inconsapevole da prosciogliere.
Lo schema ‘assolutorio’ per Tiziano ha retto anche quando i Carabinieri hanno scoperto che i telefonini di Russo, Tiziano e Romeo si trovavano ‘vicini vicini’ a Firenze il 16 luglio 2015. Anche se tutti hanno sempre negato l’incontro.
E i pm hanno continuato a voler separare i destini dei due amici anche quando hanno trovato, grazie a periti informatici stranieri le chat di Russo con Tiziano Renzi su Telegram.
Per il pm Palazzi quegli elementi “non mutano punto le convinzioni di questo ufficio”.
Dopo la lettura del verdetto del Gup Forleo Palazzi è uscito dall’aula con un volto scuro.
Ora la palla passa al Gip Sturzo. Appena dieci giorni e sapremo se gli tornerà il sorriso.