Luciano Odorisio

Mara e Licia e Mariastella, lotta sulle spoglie del Cav mascarato

Stralcio di G. Roselli per Il FQ, 01-06-19

“(…)

è stata la Carfagna ad aprire le danze. “Bisogna cambiare tutto. Il partito non può più essere gestito dagli staff”, ha detto. 

E lo staff è quello capitanato dalla “regina” di Arcore, Licia Ronzulli, plenipotenziaria, colei che tiene i rapporti (ottimi) con Salvini e decide tutto o quasi, dalle presenze tv all’agenda di Silvio, alle candidature. 

“Il risultato è stato portato a casa da Berlusconi, è solo merito suo, gli altri non hanno fatto nulla”, la risposta di Ronzulli. 

Reazione dei campani: “C’è un clima reso irrespirabile da chi, come Ronzulli, aspira a governare il partito senza alcun consenso sul territorio”. 

E poi i calabresi: “Affermazioni fuori luogo basate su presupposti falsi”. 

Veleni incrociati cui ha dovuto mettere uno stop lo stesso Berlusconi. “Basta! Il confronto nel partito non può essere dominato da attacchi personali che gettano discredito su collaboratori che ho scelto personalmente e godono della mia fiducia”, le sue parole, su input di Ronzulli, che si sente minacciata come mai in passato. 

ME RCO LE D Ì pomeriggio, a Montecitorio, i deputati vicini a Carfagna hanno tentato il putsch, raccogliendo le firme su un documento per chiedere a Berlusconi di nominare la vicepresidente della Camera reggente unica. 

Operazione stoppata, in serata, da un furibondo Tajani. Ma è solo l’inizio. “Ronzulli non capisce oppure è in malafede, siamo noi ad avere i voti, non lei”, ha attaccato ancora ieri il deputato campano Paolo Russo. 

Queste le premesse dell’u fficio di presidenza andato in scena ieri a Palazzo Grazioli. 

Tanto che, per placare gli animi, il leader ha voluto vedere in un pre-vertice Carfagna, Tajani e le due capogruppo Bernini e Gelmini. “D ovete darvi tutti una calmata. Soprattutto tu, Mara. Altrimenti prendo uno da fuori e lo faccio segretario. Così poi mi diverto io…”, ha detto l’ex Cavaliere. 

Poi bisogna vedere chi sta con chi. 

Francesca Pascale, per esempio, iscritta al partito anti-Salvini, gioca di sponda con Carfagna. 

Tajani, sotto attacco, si muove in sincro con Ronzulli. 

Non se la passa bene, a causa della nuova tangentopoli lombarda, Mariastella Gelmini, che ha rassegnato le dimissioni da coordinatrice regionale. 

Poi ci sarebbe pure Giovanni Toti, in rotta di collisione con tutti. 

Alla fine Berlusconi ha tentato di fare la sintesi, prendendo ancora le difese di Ronzulli e Tajani. “Siamo la spina dorsale del centrodestra. 

Bisogna stare pronti perché presto si andrà al voto”, ha detto il leader, annunciando il congresso in autunno, a ottobre. “E alla guida resto io”. 

La Carfagna dovrà attendere. Ma ora almeno c’è un luogo, il congresso, dove potrà sferrare l’attacco finale.”

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