Luciano Odorisio, Politica

M5S: a processo i sottosegretari. Chi perde va a casa!

di Alessandro Trocino per il “Corriere della sera”

“Da una settimana le tv pubbliche e private sono orfane di esponenti dei 5 Stelle.

Non è uno sciopero della tv né un ritorno al passato, quando andare nei talk show era un peccato mortale, da espulsione. È una scelta politica, che arriva dall’ alto, conseguenza della scelta fatta qualche giorno fa e che si riassume nella frase: «Lasciamoli fare, vediamo che succede». 

Scelta che si è completata con l’ appeasement con Salvini. E che lascia più di una perplessità nel gruppo dei parlamentari, descritti come «di pessimo umore».

L’analisi sul recente passato la fa Stefano Buffagni, che spiega a Dario Di Vico nell’ambito di Futuro Direzione Nord : «La Lega è stata bravissima, gli abbiamo dato freschezza d’immagine. Salvini è un genio, gliel’ho detto. Quando si discuteva di quota 100 il racconto era: Che bravo Salvini che fa andare le persone in pensione prima. Il Movimento, invece, metteva in crisi le casse dello Stato».

Insomma, spiega Buffagni, la Lega finora ha stravinto. E fa anche un esempio: «Le parole di Fico sul 2 giugno dedicato ai rom sulla carta erano inattaccabili, ma fanno un favore suicida all’ alleato». 

Attacco diretto, che la dice lunga sul clima interno. Di Maio sta per lanciare la graticola-processo per i sottosegretari, con i parlamentari come giudici popolari. Molti peones ambiscono a prendere il posto degli esponenti di sottogoverno, contestatissimi. 

Come spiega un deputato M5S: «Il mio sottosegretario neanche mi risponde. Per avere informazioni devo parlare con il leghista».

Il colmo per un 5 Stelle. 

Sotto la graticola potrebbero passare anche gli esponenti della Comunicazione e quelli del Legislativo. Emilio Carelli è uno di quelli che lo dice da tempo e lo ripete ora: «Dobbiamo promuovere con energia un rinvigorimento della nostra azione nel governo. Partendo da una valutazione oggettiva della qualità del lavoro compiuto da sottosegretari e ministri e da una ridefinizione degli obiettivi».M Il malumore è diffuso.

«L’agenda la fa la Lega e noi zitti», spiega un esponente del vertice. In effetti dopo lo sblocca-cantieri stanno per arrivare sicurezza-bis e autonomia. Temi leghisti. E Salvini tiene a far sapere di avere sentito «alcuni sì» da Di Maio.

Troppi, per qualche «talebano». L’argine allo strapotere leghista e al decreto sicurezza bis doveva essere il decreto famiglie, ma il miliardo residuo dal reddito di cittadinanza declamato da Di Maio, non si può usare. 

Altro dossier delicato è il «Salva Roma». Qui le correnti rendono opaca la vicenda. Salvini ha preteso che i soldi ottenuti dallo sconto sugli interessi del debito romano siano usati anche per altri comuni. Si dice che il viceministro Laura Castelli non fosse entusiasta del «Salva Roma». La Raggi è furibonda.

La prossima settimana dovrebbe esserci un primo passo verso la direzione annunciata da Di Maio. I «saggi» si stanno scervellando, si attende la segreteria politica e un documento di Alessandro Di Battista, in pole position per un ruolo di rilievo.”

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