Luciano Odorisio, Politica

Lettera per il 25 aprile “Caro Gaetano Amato, ero un povero contadino…”

Ricevo e pubblico.

“Caro Amato, di tanto in tanto ti seguo (anche noi quassù abbiamo il nostro internet). Il mio nome non ha importanza, chiamami Ignoto. 

Ero un povero contadino che improvvisamente si è ritrovato ad essere un militare per difendere la propria terra. 

A combattere. A Megolo, con me c’erano tanti contadini e montanari. Dicevo che ti seguo. 

Ho tentato più volte di mettermi in contatto con chi di dovere, non mi sovvengono i nomi, ma non ci sono riuscito, per questo scrivo a te. 

Giovedì  li da voi è festa nazionale. 

È la festa della liberazione. Soprassedete.

Non festeggiate.

Molti di noi in quel di Megolo per liberare la nazione ci hanno rimesso la pelle. Via i fascisti e via i tedeschi. 

Ecco, tutto quello che abbiamo sacrificato, la nostra vita in primis, voi lo avete vanificato. Avete ridato l’Italia ai Fascisti e ai tedeschi. Bel colpo. 

Avete buttato all’aria tutto ciò in cui abbiamo creduto. Fammi da portavoce Amato. 

Non festeggiate. 

Non fateci rivoltare nella tomba.

Grazie per l’attenzione.

 Milite Ignoto

p.s. quei nomi me li sono ricordati: Napolitano, Berlusconi, Bersani, D’alema, Renzi, Salvini. P”

Gaetano Amato

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