Luciano Odorisio, Politica

La semplicità dell’essere di sinistra… di Pina Fasciani

Sempre molto efficaci gli “editoriali” su FB di Pina Fasciani.

Sa individuare i problemi come pochi colleghi della carta stampata, anzi pochissimi, e mira dritta al cuore delle cose con semplicità di esposizione e forza delle idee, senza restare vittima e schiava del settarismo di maniera.

“La semplicità dell’essere di sinistra.

C’è un dibattito molto feroce a sinistra, con reciproche abiure, condanne e presunti tradimenti.
Chi è più di sinistra di chi, chi è più autentico di chi.
Un dibattito che si svolge intorno ad alcune parole : populismo, sovranità, cosmopolitismo, attingendo ai temi della immigrazione, dell’accoglienza, dell’Europa.

Ci si accapiglia tanto che, ad esempio, chi parla di “governare” i flussi degli immigrati è ritenuto un razzista, chi invece difende il principio di muoversi liberamente, in un mondo senza confini , è ritenuto una sorta di “schiavista” che apre le porte ai poveracci per farli sfruttare.

Una Babele. Non riporto altro per amore di brevità.

Dopo il voto del 4 Marzo la sinistra , intendendo il variegato mondo di essa, si interroga, come è giusto che sia, sul baratro registrato tra quel variegato mondo e gli elettori.
Elettori, è bene ricordare, che o non vanno più a votare, marcando percentuali sempre più forti, oppure si rivolgono , senza più remore, ideologiche, a chi reputano più vicino al loro “sentire”, a chi, nella insoddisfazione generale, percepiscono come più capaci di produrre un possibile cambiamento, sradicando un sistema reputato ingiusto per la loro condizione di vita.

La crisi ha scavato profondamente e ha scavato lì dove si sono scaricate maggiormente le contraddizioni di un sistema economico ormai bollito e incapace di autosorreggersi.
Parlo del Sud, parlo del ceto medio, parlo dei giovani, parlo delle periferie urbane, parlo di interi settori industriali, parlo del sistema di walfare con tutti gli annessi e connessi tagli alle prestazioni sanitarie, previdenziali, servizi pubblici ecc.

In questo quadro quel variegato mondo di sinistra a mio giudizio rischia di rimanere impantanato, ancora una volta, al significato delle parole , importante certo , perché le parole esprimono concetti, ma con un forte rischio intellettualistico incomprensibile ai più e tantomeno a quegli elettori che la sinistra dovrebbe riconquistare.

Per non perdere tempo, energie, nervi ecc., io mi atterrei a ciò per cui è nata la sinistra. Essere socialisti, ovvero tornare a essere ciò che siamo storicamente stati, forza alternativa al campo capitalista, al campo degli sfruttatori sugli sfruttati, ovunque ciò avviene.

In questa crisi le ricchezze di pochi sono spaventosamente cresciute a scapito di tutti. Il mondo è più ricco, non è più povero, ma solo per alcuni.

Bene, come si diceva in uno straordinario film, la sinistra deve ” seguire i soldi”, seguirne la pista per sapere dove sono andati a finire. Lì troveremo le risposte e le possibilità di redistribuire benessere per tutti, anche per gli Abdul che vagano per il mare, i Francesco che fuggono dall’Italia, per Mario che cerca la cena dentro i cassonetti, per Gennaro che non può più pagare il mutuo, per Antonella e Carlo che non fanno più figli, per Giovanni che va alla Caritas, ecc., e per chi non si rassegna alle ingiustizie, come tanti di noi.

Perché alla fine lo sappiamo sono gli interessi economici che determinano gli equilibri del mondo, aldilà di tutte le complessita’. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole.

Scovarli e ridistribuirli è il nostro compito.

Semplice.”

Pina Fasciani 

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