Stralcio dal nuovo libro di Raffele Abbate:
“QUELLA CHE SOMIGLIAVA A FANNY ARDANT”
“Meglio che non ci penso, vado al cinema.
Arrivo in anticipo ed ho il tempo di parcheggiare in un cortile in fondo ad un vicolo di via
Garibaldi. Ha cominciato a nevicare, accelero il passo. E meno male che ho messo il giaccone con
il cappuccio
Pochi minuti a piedi e sono davanti all’ingresso del cinema. Roberto aspetta all’interno, nel piccolo
foyer. Ha già fatto i biglietti e prendiamo posto nella piccola platea. Vi sono poco più di una
dozzina di spettatori. Si spengono le luci ed inizia il film.
Dopo i titoli di testa, una città su una collina, forse Chieti, inquadrata sotto la pioggia, dall’interno
di un auto, dove Giuliana De Sio sta scopando con Lino Troisi, con l’accompagnamento musicale
di New York New York. Un incipit insolito e quasi scioccante. Ci sa fare Luciano Odorisio . Mi
perdo nella scena e nel resto. Poi ad un tratto dallo schermo Giuliana De Sio si rivolge a
me.”Guarda Claudia, questa è la scena di un film, c’è sul copione, è un ruolo che interpreto,
faccio la troia, non sono una troia. Poi farlo con un personaggio repellente come l’avvocato
D’Angelo è il massimo del puttanesimo. Troisi è un gentiluomo ed un signore perbene, anche lui
obbedisce al copione ed al regista. Ma per te cara Claudia è diverso. Non c’è un regista che ti
dirige, non c’è un copione da imparare, non ci sono scene da girare che se non vengono come vuole
il regista si rifanno. Per te non si tratta di un film, ma di vita vera. Dopo il film andrai a cena, lieti
conversari. E poi hai deciso come finirà la serata? Salirai nella sua stanza d’albergo come una
puttana qualsiasi o te lo porterai a casa per scopare nel letto coniugale come Madame Bovary o
come una qualunque adultera di romanzetto rosa? Decidi bene, non ci sarà nessun regista che ti
farà rigirare la scena“
Mi scuoto, mai successo che un’attrice uscisse dal film per parlarmi. Che razza di fantasia
scatenata che ho . E non mi sono per nulla fatta.
Continuo a vedere il film. Roberto accanto a me è tutto concentrato nella visione .
Seguo e ora tocca a Nicolino uno Jago di provincia, ma altrettatanto odioso e cattivo interpretato
perfettamente da Tino Schirinzi.
Oddio ora si ferma e parla con me: “Claudia, Claudia, ma chi te lo fa fare, farti scopare dal
napoletano, ma sai quante se ne è fatte in giro per l’Italia, saresti un’altra femmina del suo
curriculm vitae. Altro che grande amore della sua vita. Poi anche tu ammettilo se sei zoccola
nell’anima come mi sembri scopatelo senza crearti tanti problemi. Le signore bene di Torino tutta
casa e chiesa, poi all’uscita non si fanno tanti scrupoli con lo stallone di turno. Ed allora scopate,
scopate, scopate.”
Dio mio sto impazzendo, le mie sono allucinazioni belle e buone. Mi sto costruendo una sorta di
realtà , ma non ho capito il perché. Per decidere di scoparmi Roberto o dopo il cinema e la cena, per
tornare a casa come una brava moglie.
Intanto sullo schermo Zio Cesarino (Giudo Celano) che mi dice: Claudia, Claudia , ma che cazzo di
vita di merda hai”
Il film si chiude con un battuta che vale anche per me, una luce di speranza “abbiamo quarant’anni,
è il momento nostro”. Non li ho ancora, manca poco.
Ho raccolto i segnali, almeno li ho letti alla mia maniera.”