Una bella critica di ANNA MARIA PASETTI, Il FQ, di un film che ho molto amato e che concorre all’Oscar con 10 candidature.
“Deformare per informare. Perché la Storia non è fatta solo di libri ma (soprattutto) di derive e follie umane con un unico obiettivo: la conquista del potere.
E allora eccola strisciare claudicante verso il trono la bulimica sovrana, malaticcia e ambigua, senza figli ma circondata da decine di conigli.
Una Maestà poco maestosa era Anna Stuart, prima regina del Regno Unito di Gran Bretagna dal 1702 al 1714, inadeguata a governare e per questo “governata” da due cortigiane perfide e seducenti, agguerrite sfidanti a diventar di lei La favorita.
SI CHIAMAVANO Lady Marlborough e Lady Masham, entrambe di origini umili ma tanto abili ad arrampicarsi sopra e sotto le sontuose vesti della “adorata” sovrana vampirizzandone ogni possibile goccia vitale.
Il trittico femmineo si ama e si odia, s’insegue e si spia, sorride mentre si accoltella di veleno mortale.
Il greco Yorgos Lanthimos (prestato ancora alla lingua inglese ma finalmente regista di una sceneggiatura non propria – firmata infatti da Deborah Davis & Tony McNamara – e gioiosamente si sente) è vero pasionario di bestiari sull’umana specie e per questo trova con The Fa- vourite (da noi La favorita) il territorio più fertile per esprimere l’assoluta ferocia del proprio cinema, applicato a un barocco dove l’eccesso esprime intimità e la finzione dà senso alla realtà.
Perché tutto ciò che prende spazio in questo film magniloquente, grandioso e ipnotico non è mai ornamento bensì sostanza: ogni elemento, dal minimo dettaglio al più ricco dei salotti di corte, sta a significare il paradosso assoluto fra il peso del Potere e la fragilità umana incaricata a gestirlo.
Naturale benché doloroso è quindi scoprire che sotto gli sfarzosi mantelli di Queen Anne disegnati dalla geniale Sandy Powell vi è il nulla, o quasi: un corpo semiparalizzato dalla gotta , una freak dolente e morente.
Quanto diventa necessario, quasi doveroso, per Lanthimos deridere con cinismo la maschera di una sovrana che recita un soggetto che non comprende, invece così chiaro alle due serpi che la circuiscono, sorta di Übermensch al femminile in cui l’esser donna assorbe e mescola insieme femminilità e mascolinità.
Ecco perché nel film la presenza degli uomini si riduce a inetti cicisbei incipriati: nella Domina con i suoi vizi e virtù vi è la complessità del genere umano, nel bene e nel male.
L’opera a oggi migliore del cineasta ellenico viaggia con 10 candidature pesanti ai prossimi Oscar: con Sua Maestà Olivia Colman “favorita” di nome e di fatto alla vittoria da protagonista, accompagnata dalle splendide supporting Emma Stone e Rachel Weisz.
Ritmo furibondo, emozioni infernali, umorismo d’irriverenza e- strema (quanto Jonathan Swift e Alexander Pope s’innervano fra le pieghe testua- li…) e bellezza mozzafiato:
La favorita è un film da gustare fino all’ultimo sospiro.”