Stralcio dell’articolo di Luisella Costamagna per Il FQ, 14-3-19
“(…) L’avvocato difensore del popolo italiano” – come si autodefinì – si è dimostrato innanzitutto e ancora una volta (dopo la trattativa sulla manovra con la Commissione Europea) avvocato del Governo, riuscendo a salvarlo con un compromesso alla Perry Mason tra le due “teste calde” Salvini e Di Maio, già lì a fare a chi ce l’aveva più dura (la testa, eh), col rischio di spaccarsela.
CERTO, in realtà il suo è solo un rinvio della decisione finale sul Tav, ma i paletti che mette nella lettera a Telt (il riferimento all’analisi costi-benefici che boccia l’opera, “la cui corrispondenza all’interesse pubblico non appare affatto scontata”, l’invito ad astenersi da qualunque vincolo giuridico ed economico a carico dello Stato italiano, le clausole di dissolvenza sui bandi, la “ridiscussione integrale del progetto”) consegnano una parziale vittoria anche a Di Maio e ai 5 Stelle sul possibile stop al tunnel.
E Salvini?
Be’, lui, da copione, ostenta il consueto ottimismo padano, promette “la Nuova Tav si farà”, ma al momento deve ingoiare il rospo.
Checché ne dica il gioco di cui sopra, ossia la narrazione mediatica che, a fronte dell’ossessione anti-grillina, dimostra invece verso di lui un mix di invaghimento, sudditanza e convenienza. Manco fosse quell’altro Matteo…
E poi non si era affidato pure lui allo studio costi-benefici?
Ora gli tocca accettare il responso e rispettare i patti. Ma perché Salvini – questa mi sembra la domanda più interessante – punta tanto ostinatamente i piedi adesso, anche considerando che in passato la Lega è stata No Tav (quasi tutti i partiti lo sono stati a ridosso di elezioni, per poi trasformarsi ad Alta Velocità in “talpe”una volta arrivati al governo; il M5S in questo fa eccezione)?
Tre ipotesi da vera malpensante:
1) per inseguire il consenso popolare fotografato nei sondaggi e magari drenare altri voti pure agli “amici”grillini;
2) (questa è cattiva cattiva): è vero che la settimana scorsa scadevano i termini per i bandi, ma, da bravo stratega mediatico – Matteo il Selfie-Made Man – non avrà voluto oscurare il lancio (tutto liscio nonostante le mille gufate) del Reddito di Cittadinanza, altro rospo che ha dovuto ingoiare?
Infine: 3) non si può non pensare a prove tecniche di leadership, dopo i successi alle elezioni regionali (non dimentichiamo la lettera alla ministra Grillo sui vaccini, in perfetto stile premier: che sia quella la vera divisa che vuole indossare?) e, in vista del possibile bis alle europee, sondare anche una nuova maggioranza con tutti i Sì Tav, da Forza Italia al Pd – già vista in piazza in quel di Torino insieme alle madamine.
Ah, ma sono solo e tutte supposizioni malevole di una mente perversa, fiaccata dalla lettura debilitante dei retroscena politici, figurarsi se il ruspante Matteo…
È vero che –diceva quel tale – “a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina”.
Ma era uno da Prima Repubblica, certi giochi sono ormai lontani. No?”