Stralcio di un articolo di Gianni Barbacetto per Il FQ, 17-3-19
“(…)
AVEVA 25 ANNI, Imane Fadil, quando arrivò alla villa di Arcore.
La ragazza era fiera della sua competenza calcistica – “so tutto del Milan, sono una donna, ma ne so più di un uomo” –e sperava che incontrare “il padrone di tre televisioni” potesse essere una buona occasione per cominciare a lavorare in un programma sportivo.
Ma oggi Silvio non ricorda, e Silvio è uomo d’onore.
“Spiace sempre che muoia qualcuno di giovane”, ha detto, “ma quello che ho letto delle sue dichiarazioni mi ha sempre fatto pensare che possano essere tutte cose inventate e assurde”.
Carta canta: le prove processuali dicono che è stata sei volte ad Arcore, una (4 settembre) a villa Campari, a Lesa sul lago Maggiore, e una volta (29 agosto) a cena da Giannino, il ristorante preferito da Fede, Mora e le Olgettine.
Totale: otto incontri. Possibile che, nella folla di ragazze che lo attorniavano, Papi non si sia mai accorto di quella ragazza mora, dinoccolata, esile, sempre poco truccata?
Non era delle più scatenate, non si spogliava, non si esibiva al palo della lap dance.
Ma una volta ha ballato la danza del ventre, lei che era nata a Fès, in Marocco.
Una sera (5 settembre) ha ricevuto proprio da Silvio la proposta a cui tutte puntavano: “Resti per la notte?”.
Voleva dire aver passato la selezione del Talent show del bunga-bunga, aver vinto l’XXX-Factor di Arcore, aver fatto colpo su Papi e aver meritato la busta più pesante tra quelle diligentemente preparate dal ragionier Spinelli: con dentro 5 mila euro in banconote da 500.
Quella volta Imane disse no, pur intascandosi la busta giallina.
Non se la sentiva di salire nella camera con il lettone di papi. Testimone credibile, per i giudici del processo Ruby 1 (imputato Berlusconi) e Ruby 2 (imputati Fede, Mora e Nicole Minetti).
La teste Fadil, secondo i giudici, ha raccontato i fatti e ha detto la verità, anche quando ha riferito “dettagli vantaggiosi per l’imputato”.
La prima volta ad Arcore nel febbraio 2010, portata da Lele Mora.
La serata “era stata connotata da attività prostitutiva”.
Le volte seguenti a portarla in villa è Fede. Il 25 agosto, Maria Rosaria Rossi, parlamentare di Forza Italia, le chiede la danza del ventre.
Imane balla, a Silvio piace: “Aveva apprezzato la sua esibizione e le aveva regalato un piccolo anello”, dice la sentenza.
Torna il 26 e il 27 agosto. Due serate senza bunga-bunga: una partita di calcio alla tv, un film ssatirico contro Gianfranco Fini. Presenze certe: lo provano le intercettazioni e le celle dei telefonini. Ma Silvio non si ricorda di Imane, ragazza tormentata e fragile.