di GIAMPIERO CALAPÀ per Il FQ, 14-04-20
Pomezia chiama e Oxford risponde. “A fine mese sarà possibile partire con la sperimentazione sull’uomo del vaccino elaborato in Italia dalla Advent-Irbm insieme col Jenner Institute della Oxford University”.
Ad annunciarlo ieri è Piero Di Lorenzo, presidente della Irbm, azienda che si occupa di ricerca per nuovi farmaci, già nota per il vaccino contro Ebola. E Gianni Rezza dell’Istituto superiore di sanità definisce lo studio “promettente”.
SUL SITO WEB della Irbm è facile trovare foto e video di Piero Di Lorenzo nella sede di Pomezia con l’allora premier Matteo Renzi (marzo 2016) o con il governatore del Lazio Nicola Zingaretti (gennaio 2017) o più recentemente a Palazzo Chigi con l’attuale premier Giuseppe Conte (febbraio 2020).
Ma l’accelerazione al progetto arriva da Londra, perché le autorità del Regno Unito, ora travolto dalla pandemia col primo ministro Boris Johnson dimesso da appena tre giorni dopo esser finito in terapia intensiva, hanno deciso di accorciare i tempi necessari alla sperimentazione.
Tanto da partire, appunto già a fine aprile in Inghilterra, dove si stanno completando le procedure di scelta delle 550 persone sane a cui il vaccino verrà somministrato. E se tutto filerà liscio sarà possibile nel Regno Unito “rendere utilizzabile il vaccino già a settembre con le dosi sufficienti per categorie a rischio, personale sanitario e forze dell’ordine in modalità di uso compassionevole, non su larga scala”, afferma Di Lorenzo.
L’uso compassionevole di un farmaco “è previsto – si legge sul sito del ministero della Salute italiano – al di fuori della sperimentazione stessa, in pazienti affetti da malattie gravi o rare o che si trovino in pericolo di vita, quando, a giudizio del medico, non vi siano ulteriori valide alternative terapeutiche”.
Il successo dell’operazione, spiega Matteo Liguori, managing director dell’Irbm, “è valutato all’80 per cento, che per la realizzazione di questo tipo di vaccini nell’attuale fase è molto incoraggiante”.
L’alta probabilità di efficacia del vaccino è stata annunciata al Times da Sarah Gilbert, vaccinologa del Jenner Institute.
E sono due le donne alla guida delle squadre di ricercatori impegnate su questo vaccino: Sarah Gilbert a Oxford, appunto, e Stefania Di Marco a Pomezia, che spiega: “Il vaccino si basa su un adenovirus che viene modificato e reso innocuo. All’interno di questo adenovirus viene inserito un pezzo di Dna che corrisponde alla proteina di superficie del coronavirus Sars-Cov2. Quindi non lavoriamo con il virus ma con un pezzo di Dna sintetico che viene reso innocuo e che funziona come molecola contenitrice”.
Rispetto ai costi, racconta Liguori, “sono in corso discussioni con un pooldi investitori privati internazionali e con diverse realtà istituzionali non solo europee tra cui il governo italiano”.
E riguardo all’Italia “molto dipenderà dall’approvazione dell’Agenzia del farmaco e dai passi che, appunto, deciderà di fare il governo”, aggiunge Liguori, con la speranza di poter allineare i tempi a quelli inglesi.
Il mondo rimane col fiato sospeso e alla fine poco importa se a sconfiggere Covid sarà il farmaco italo-inglese, quelli delle società americane Moderna e Inovio o della cinese CanSino, che hanno già cominciato i test sull’uomo, dagli israeliani o dall’Università di Pittsburgh col professore barese Andrea Gambotto impegnato nella realizzazione del vaccino-cerotto a basso costo.