Luciano Odorisio, Politica

Il Capitano ora è senza paracadute “Sarò indagato per sequestro di persona!”

di  SAUL CAIA E ANTONIO MASSARI per Il FQ, 30-8-19

“È in arrivo un’altra indagine contro di me per sequestro di persona per il caso Open Arms”. 

Ad annunciarlo, in un messaggio via social, è lo stesso ormai ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che anticipa la notizia del l’inchiesta a suo carico della Procura di Agrigento. 

Era stato infatti il Viminale, insieme ai ministri Danilo Toninelli (Infrastrutture) ed Elisabetta Trenta (Difesa) a firmare il decreto di divieto di ingresso in acque italiane per la Ong spagnola Open Arms, rimasta 19 giorni in mare in attesa di poter sbarcare i migranti salvati nel corso di due operazioni nel Mediterraneo. 

LE ANALOGIE con il caso Diciotti – che costò a Salvini l’accusa di sequestro di persona – sono menzionate anche nel provvedimento del Gip. Quel che è cambiato, però, è il clima politico: allora Salvini fu salvato dal Parlamento, ora non è detto che, con la nuova maggioranza, 237 senatori votino nuovamente contro l’autorizzazione a procedere nei confronti del leader leghista. 

Questa volta, per Salvini, potrebbe trattarsi di un’inchiesta senza paracadute. 

La Open Arms era salpata dal porto di Siracusa il 29 luglio e con i suoi interventi aveva salvato dal naufragio 151 migranti. Dopo aver ottenuto risposte negative per lo sbarco da Italia e Malta, i legali della Open Arms avevano presentato ricorso al Tar del Lazio. 

Il 14 agosto, i giudici avevano deciso per la “sospensione del divieto di ingresso in acque territoriali italiane per permettere il soccorso delle persone a bordo”. 

Salvini a quel punto aveva dato mandato all’Avvocatura dello Stato di presentare ricorso al Consiglio di Stato, ma nel frattempo le condizioni a bordo per molti migranti sono peggiorate.

Così il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, e l’aggiunto, Salvatore Vella, avevano disposto un’ispezione a bordo, assieme a uno staff di medici e ai vertici della Capitaneria di porto, al termine del quale era stato disposto (20 agosto) il sequestro preventivo della Open Arms, permettendo a tutti i migranti e all’equipaggio di poter sbarcare a Lampedusa. 

L’odissea dei passeggeri della nave era finita lì, adesso però c’è il suo strascico giudiziario. Oltre al sequestro di persona, ipotizzato dai magistrati agrigentini, si indaga anche per violenza privata e abuso d’ufficio. I pm vogliono capire chi ha impedito alla Open Arms di giungere a Lampedusa, dopo la sospensione decisa dal Tar del Lazio. 

Per questo motivo, gli agenti della Squadra mobile di Agrigento, su delega della Procura, si erano recati negli uffici centrali della Guardia costiera a Roma e al Viminale per acquisire atti e documenti, e ricostruire i passaggi di comunicazione tra i vari organi di comando. 

Ieri, il gip Stefano Zammuto ha dato l’ok alla richiesta di convalida del sequestro preventivo, come atto dovuto, ma ha ordinato “il dissequestro e l’immediata restituzione dell’imbarcazione” alla Ong, perché “non sussistono dopo l’evacuazione e il soccorso dei migranti esigenze probatorie anche in considerazione del fatto che non si ascrive all’organizzazione e all’equipaggio alcuna responsabilità”. 

PER IL GIUDICE “sussiste il fumus del reato di sequestro di persona da parte dei pubblici ufficiali, in corso di identificazione, sulla base del fatto che il Tar aveva sospeso il divieto di ingresso in acque territoriali e i migranti quindi, sono stati trattenuti indebitamente dal 14 agosto”. 

Inoltre, si legge nell’atto firmato dal gip, “è stato omesso il preciso obbligo di individuare un porto sicuro spettante all’Italia, in quanto primo porto di approdo in base al Trattato di Dublino”.

Facebook Comments

Write a comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: