Luciano Odorisio, Politica

“Il 4 marzo è passato invano?” di Pina Fasciani

“Il 4 marzo è passato invano ?”

Questa è la domanda che si pone Pina Fasciani, fornendo come al solito spunti di riflessione sul che fare prima delle elezioni europee  per un reale rinnovamento della sinistra che torni ad occuparsi dei problemi reali di un paese in forte sofferenza.

“Si avvicinano le nuove elezioni Europee. In Abruzzo voteremo anche per le regionali, ma ancora non si capisce se entro l’anno oppure in concomitanza con le Europee.

Comunque ci si prepara per le prossime competizioni. Sono tutti pronti ai nuovi blocchi di partenza. La tattica è di nuovo in campo.

Leggo le cronache politiche, sono cominciate le grandi manovre, i posizionamenti, alleanze, cartelli, liste civiche.
Un fiorire di movimenti, per ora più o meno sotterranei, ma che già segnalano il tenore del dibattito.

Chi parla di fronti repubblicani, chi di fine del centrosinistra, chi no, chi vorrebbe unire la sinistra dispersa, chi la vorrebbe alleata con il PD, chi non disdegna alleanze con il centrodestra.
Vuoi per vendette, vuoi per autoconservazione, vuoi per ricollocamento e reciclaggi, ciò che rilevo è la flebile discussione sul cosa. Si discute sul chi, ma sul cosa non odo parole chiare.

I chi sono chiari :
Il PD incartato da una sconfitta epocale incapace di dare una svolta al disastro prodotto dal Renzismo;

Il variegato mondo della sinistra, ugualmente incapace di trovare un minimo comune denominatore, ognuno abbarbicato a percentuali irrisorie;

Un non ben identificato centro democratico, soggetto tanto corteggiato quanto volatile e indistinto.

Sull’altro fronte una destra sempre più connotata da Salvini, con il suo nuovo “rampantismo” fatto di morte e orgoglio egemonico italiota, volto a svuotare Forza Italia .

Il M5S che tenta di “reggere” , vittima ormai del suo stesso gioco di essere “né di destra, né di sinistra”, rimanendone intrappolato , con il rischio di soccombere.

Insomma un quadro politico liquido e confuso, laddove di certo ci sono solo i poveri immigrati, vittime di Salvini e dell’insipiente tatticismo del PD, che ha solo messo la polvere sotto il tappeto con la scusa della famosa “emergenza democratica”.

Il cosa non viene a galla.

Non si riesce a capire su cosa ci si allea e per fare che. Quale idea si ha dell’Italia, su quali temi si chiede il voto, su quale modello di sviluppo.

Non mi si venga a dire che il Contratto tra Lega e M5S sia chiaro. Ogni giorno lo vediamo traballare tra precisazioni e smentite.

Né mi si venga a dire che la lotta alle diseguaglianze sono il terreno alla fine “unitario” su cui la sinistra può ricomporsi. Se fosse semplicisticamente questo si sarebbe già ricomposta.

Ciò che manca è la capacità di misurarsi con le condizioni di vita delle persone e il legame stretto tra queste e l’assetto di una nuova società . Un ripensamento generale sul ciò che era l’Italia e quello che dovrebbe essere in un mondo profondamente cambiato.

Questo vuoto è di tutti.
Ed è questo vuoto che è stato denunciato dal voto del 4 marzo, laddove i cittadini hanno affidato il loro scoramento a forze che in quel momento sembravano più foriere di novità.

Posto che quelle novità si stanno traducendo in maggiori morti in mare, con solo flebili tentativi sulle questioni del lavoro, fisco, sanità, pensioni, redditi, ecc. , chiederei, solleciterei i Partiti della sinistra a virare il dibattito sulle alleanze , a girarlo verso temi che riguardano la vita delle persone.

Partiamo dai principi, dai valori condivisi , scriviamoli in un patto, facciamoli sottoscrivere , e arriviamo al modello, a una idea di Paese . Apriamo la discussione, andiamo a cercare e confrontarci .
Usciamo da questa discussione soffocante !

Costruiamo percorsi anziché formule . Forse solo così usciamo dalle ingegnerie elettoralistiche, e riporteremo le persone a votare.
Forse.”

Pina Fasciani

Pina Fasciani
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