Cinema & Teatro, Luciano Odorisio

“Hollywood ormai è irrilevante. Vince Netflix!”.

“Hollywood ormai è irrilevante”. 

Questa la frase lapidaria di Barry Diller, una vita da media mogul, che dà il titolo all’ultima puntata del suo imperdibile podcast ”Recode Decode”. Il marito (gay) di Diane von Furstenberg, a 77 anni e con la carriera che ha avuto può dire quello che gli pare, e lo fa.

Cresciuto a Beverly Hills in una famiglia ricca e con i contatti giusti, ha lavorato per la ABC, ha guidato gli studi Paramount e Fox e ora è il presidente di IAC, un gigante che controlla 150 marchi, ha di fatto il monopolio del rimorchio online (Tinder, Match.com, Meetic, OkCupid) e possiede Expedia e Vimeo.

Secondo Diller, ”Netflix ha vinto la partita. A meno di qualche evento travolgente, nessuno riuscirà a raggiungere quel livello di abbonati, che gli dà un vantaggio enorme. Un tempo i boss degli studios avevano il monopolio sulla distribuzione dei contenuti. Al tavolo ci si sedeva in sei, e quel tavolo dominava i media in tutto il mondo. Quel mondo è finito”.

Finora gli studios erano riusciti ad acquisire i rivali più agguerriti, come ha fatto Warner con Time che a sua volta controllava HBO. 

Ma nel caso di Amazon e Netflix è troppo tardi: sono troppo grandi e nessuno dei sei studios (che presto diventeranno cinque, visto che Disney si è comprata Fox) sarebbe in grado di comprarle.

Il talento di Reed Hastings, secondo Diller, è quello di venire dal tech e di essere riuscito a diventare un creatore di contenuti, cosa che è riuscita solo a Jeff Bezos. 

Il tutto, cambiando più volte il modello di business della società, che dall’affitto di DVD inviati per posta agli abbonati, si è trasformata nel servizio di streaming che conosciamo oggi mentre Blockbuster affondava.

E Bob Iger, il capo di Disney che l’anno prossimo lancia il suo servizio di video on demand? ”E’ un eccellente manager, il servizio sarà ‘ok’, ma chi insegue Netflix è un folle”.

Amazon Prime Video è un vero rivale per Netflix? ”Non proprio. Ovviamente i contenuti non sono il piatto principale. Bezos vuole che gli utenti si iscrivano al servizio Prime. Se ci riesce dando agli iscritti Black Panther o The Marvelous Mrs. Maisel, tanto meglio. Ma il modello è ‘accidentale’. 

Apple sta investendo nella creazione dei contenuti, ”ma non in modo serio. Stanno danzando intorno al settore, hanno messo il loro piedino nell’acqua. 

Tutti giocheranno a questa partita, e non dico che non si potranno costruire dei servizi simili a Netflix. Ma loro sono troppo avanti e possono scippare le Shonda Rhimes, i Ryan Murphy. È il network effect.”

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