a cura di Andrea Turco per Il FQ, 18-05-19
“Siamo sconvolti, per noi la professoressa Dell’Aria è una seconda mamma”.
Gli studenti della II E della scuola più chiacchierata d’Italia non riescono a farsene una ragione: la loro docente d’Italiano all’istituto tecnico industriale Vittorio Emanuele III di Palermo è stata sospesa per non aver vigilato sull’accostamento in un loro elaborato tra il vicepremier Matteo Salvini e Benito Mussolini.
Si sentono in colpa, insomma, perché con quella che era una loro tesi personale, durante il giorno della memoria, per la loro insegnante è scattato il provvedimento disciplinare che fino al 27 maggio le impedirà di essere in aula. “Non ci aspettavamo un epilogo così enorme, ma rifaremmo tutto allo stesso modo”, dicono.
E ripensano ancora all’interrogazione che hanno dovuto subire dai funzionari scolastici per quei fatti avvenuti il 27 gennaio scorso, quando in una sl id e hanno accostato le leggi razziali del 1938 volute dal regime fascista al decreto sicurezza che porta la firma del capo della Lega.
“Si trattava di uno di quei seminari che svolgiamo regolarmente e da molti anni – racconta Domenico Federico, rappresentante degli studenti – trattando temi di attualità e storici sotto un punto di vista oggettivo e mai soggettivo. Spesso poi si innesca il dibattito. Noi come studenti, insieme al corpo docente, abbiamo saputo della situazione solo pochi giorni fa e abbiamo subito inviato dei messaggi di solidarietà. La docente infatti ha preferito tenere tutto sotto silenzio in questi mesi. Come studenti del Vittorio Emanuele III ci mobiliteremo nei prossimi giorni perché vogliamo fare le cose per bene”.
IERI INTANTO la città non ha mancato di far sentire la propria voce a sostegno di Rosa Maria Dell’Aria con un doppio presidio – alla prefettura convocato dai centri sociali e quello dei sindacati al Vittorio Emanuele III – che ha visto la partecipazione di centinaia di persone tra docenti, personale Ata e cittadini comuni.
Mancava però il dirigente scolastico Carmelo Ciringione, insediatosi al Vittorio Emanuele III proprio quest’anno. Un’assenza che pesa, la sua. E che è stata notata a denti stretti anche dai colleghi insegnanti.
Tra coloro che invece hanno scelto di esserci, a fianco della docente palermitana, ci sono anche i suoi ex studenti. Come Salvo Finazzo, attualmente studente universitario e con un passato da rappresentante degli studenti: “Questa vicenda mi sconvolge, è la mossa politica più grossolana che possa ricordare”.
“Io non sono contro Salvini – dice Giovanna Mendola, che insegna alla scuola elementare Monti Iblei –ma sono per difendere la libertà. Non ha importanza che qualcuno abbia la mia stessa idea ma è importante che tutti possano esprimerla. Qui invece si vogliono imbavagliare i docenti, e questo non lo possiamo permettere, a costo di subire ulteriori provvedimenti disciplinari”.
C’è chi poi ha voluto ricordare il caso di Lavinia Flavia Cassaro, la docente siciliana che è stata licenziata (dopo l’annuncio in diretta tv dell’ex premier Matteo Renzi) per aver inveito contro gli agenti dell’antisommossa a un presidio contro la presenza del gruppo neofascista di Casapound a Torino. “