Estratto dell’articolo di Gianluca Roselli per Il FQ, 16-9-19
Flavio Tosi è entrato in Lega prima di Matteo Salvini, nel 1990. In quel partito è stato segretario della Liga Veneta, poi è diventato sindaco di Verona, per due mandati, eletto nel 2007 e riconfermato nel 2012. Nel 2015, dopo durissimi scontri con il neo segretario Salvini, Tosi viene espulso dal Carroccio. Dentro e fuori il partito l’ ex sindaco di Verona non ha mai risparmiato critiche alla gestione salviniana.
Tosi, ha visto: in un mese Salvini è passato da king maker del governo gialloverde all’ opposizione. Secondo lei cosa è successo?
Salvini aveva due problemi: evitare di fare la prossima manovra economica lacrime e sangue, da una parte, e incassare in termini elettorali gli altissimi consensi che gli davano i sondaggi, dall’ altra. Il suo piano era far cadere il governo, presentarsi alle elezioni senza Forza Italia, e questo spiega l’operazione di Giovanni Toti, vincerle, e poi potersi permettere di fare il bello e cattivo tempo sulla legge di bilancio. Poteva pure far aumentare l’Iva, tanto ormai le elezioni le aveva vinte.
E invece?
Ha clamorosamente sbagliato i calcoli. Se voleva la crisi, doveva aprirla prima, a ridosso delle Europee. […] Il combinato disposto del risultato europeo e dei sondaggi l’hanno fatto entrare in una sorta di delirio di onnipotenza […] Ha commesso errori tattici e strategici che dovrebbero far riflettere gli italiani sul suo reale valore come leader politico.
Non lo è?
Lui non ha alcuna esperienza di governo. Non ha mai amministrato nulla, nemmeno un piccolo comune. Si è trovato a fare il vicepremier e il ministro dell’Interno con alle spalle solo esperienze da consigliere comunale ed europarlamentare. E a Strasburgo, tra l’ altro, non si vedeva mai.
[…] Salvini prende voti per due motivi. In primis perché ripete a macchinetta certi concetti e alla fine la gente finisce per crederci. […] In secondo luogo, nel centrodestra Salvini ha sfruttato un vuoto immenso. […] gli elettori che prima votavano Forza Italia ora scelgono Salvini. Ma è più per mancanza di alternative che per meriti.
Dopo la debacle governativa, però, nella Lega non si leva alcun un sussurro critico
In Lega è impossibile, il partito è stato normalizzato da Salvini, tutte le voci contrarie sono state messe ai margini, come Roberto Maroni o Gianni Fava, o buttati fuori, come il sottoscritto. Nel Carroccio nessuno osa alzare la testa perché tutte le liste sono in mano al segretario.
Prima c’ era più autonomia da parte dei “regionali”, ora invece per statuto tutto è in mano a Via Bellerio. Salvini ha potere di vita e di morte sulle candidature. Chi alza la voce si ritrova automaticamente fuori dalle liste. Il suo è un metodo animalesco di gestione del potere. E lui intorno a sé vuole gente ubbidiente, delle capacità non gli importa nulla. Basti vedere i cosiddetti “economisti”: Borghi, Bagnai Mi fanno ridere. […] L’autonomia è stato il grande bluff di Salvini. In realtà lui l’ autonomia non la voleva, perché lo ostacolava nella ricerca dei consensi al Sud. […]
Ora cosa accadrà? Se il governo dura Salvini potrebbe sgonfiarsi?
Questo governo è nato grazie agli errori di Salvini, è lui che l’ ha generato, per questo mi vien da sorridere quando se ne lamenta e grida al complotto o al golpe. Parla come un pugile suonato. Un golpe di cui lui è l’ unico protagonista. […]