“Qui si è criticato e rampognato più volte ogni politico che attaccava in modo mirato e squilibrato chi fa il lavoro di informare.
Negli ultimi tempi lo ha fatto molte volte Salvini, ma in tanti prima di lui si sono distinti in quest’opera poco benemerita, soprattutto in zona Rai.
Ma non accettabile che i diritti e le libertà – sacrosanti- valgano per Fazio o Lerner, e poi vengano dimenticati o addirittura aboliti per Poletti.
Chi è Roberto Poletti? A quanto si legge sarebbe stato messo sotto contratto per la prossima stagione di “Uno mattina”.
Apriti cielo!
“Il biografo di Salvini”, “l’ex direttore di Radio Padania”! Non conosco Poletti, l’ho visto spesso comparire come inviato nei programmi di Del Debbio, sono andato a vedere quand’è stato direttore di Radio Padania, e fu per un biennio vent’anni fa, e quando ha scritto il libro su Salvini, quattro anni fa.
Oltre a questo, dal 1991 ha fatto sempre il giornalista, anche quando divenne deputato per i Verdi, tredici anni fa.
Ecco.
Non faccio nomi, ma se Poletti non può lavorare in Rai ne conosco almeno un altro paio di centinaia che dovrebbero lasciarla entro domani, approdati nell’azienda non vent’anni, ma un giorno dopo aver finito di lavorare in giornali o emittenti di partito, o direttamente nei loro uffici stampa.
E in gran parte si tratta di validi professionisti, come alcuni ottimi giornalisti tornati in Rai dopo esser stati prestati alla politica.
Magari Poletti si rivelerà una delusione, ma il fuoco di sbarramento preventivo, fatemelo dire, sa un po’ di doppio standard”
da un post di Enrico Mentana