Sempre più godibile questo Mentana da social.
Lo posto sul blog per farlo leggere anche ai miei amici, a chi mi segue 🙂
“In questa fase il partito democratico si trova in una situazione molto simile a quella dei monarchici dopo il referendum che istituì la Repubblica. Completamente fuori gioco dopo aver avuto in mano tutte le leve del potere, e con la precisa sensazione che la storia abbia voltato pagina.
La maggior parte dell’opinione pubblica non ne vuol nemmeno sentire parlare, e addirittura, nel nuovo clima di consenso giacobino, per marchiare chi esprime un parere diverso lo si accusa di essere del Pd.
È l’effetto di un doppio capolinea, quello dei partiti tradizionali e quello specifico di una forza che negli scorsi cinque anni ha deciso e governato tutto, eletto due presidenti della Repubblica, guidato tre governi, controllato il parlamento e deciso i vertici di tutto l’apparato del paese dopo aver ottenuto solo un quarto dei voti espressi nel 2013.
Ora quel partito, che ha vissuto con la fiammata renziana l’ultimo vero patto con la nazione per poi disperderlo in due anni, sembra aver esaurito la sua funzione.
La Corte dei Savoia aveva sicuramente uomini di valore e di esperienza, ma da un giorno all’altro non furono più spendibili.
Erano l’emblema di un passato cui la gente aveva voltato le spalle (anche allora con un referendum, peraltro).
La democrazia, lo ricorda proprio quella pagina storica di settant’anni fa, nasce dal superamento della dittatura, e non è quel gioco politico per cui chi vince decide, come molti si sono ridotti a credere oggi.
La democrazia è il confronto aperto tra forze e idee diverse, è la dialettica tra maggioranza e minoranza. Per questo il buco creato da un Pd fuori gioco è un male per tutti.
E per tutti sarebbe un bene che quel vuoto fosse colmato da un’opposizione diversa, non nostalgica o spinta da un’illusione di rivincita, da ascoltare e non da liquidare con un semplice “zitti, che tutti i guai nascono da quel che avete combinato voi”.
Sarebbe utile anche per chi governa ora, se crediamo alla democrazia”
Enrico Mentana