di Pina Fasciani
“Lenin è morto e io non mi sento tanto bene.
Lenin è morto, il muro di Berlino è caduto, il liberismo è dilagato, senza più argini e confini.
La spaventosa crisi del mondo capitalista del 2008 si è data una risposta da solo, con ricette ancora più liberiste di prima, riproducendo se stesso all’infinito con crisi periodiche e disuguaglianze sempre più spaventose.
Non si intravvedono al momento altre alternative, il socialismo stenta a riprofilarsi e a invertire la rotta.
Il mondo continua a marciare, molti paradigmi sono mutati, le frontiere dell’era digitale, dell’intelligenza artificiale, della robotizzazione sono ormai spalancate e gli esiti sono per lo più sconosciuti.
O meglio, son conosciuti da pochi ristrettissimi ambienti.
Quegli ambienti che, avendo le conoscenze e il potere economico, governeranno il mondo e lo piegheranno a loro piacimento.
L’intelligenza artificiale è ciò che mi inquieta di più. Non perché io sia contraria al progresso scientifico, alla ricerca, ma al suo uso senza controllo .
In questo momento, mentre interi popoli sono in preda alla fame, alla miseria, alle guerre, un manipolo di potenti decidono come e dove usarla, come e dove implementarla nell’assoluta segretezza dei laboratori, dei sofisticati centri di ricerca.
Ho letto qualcosa sulle potenzialità e dei suoi possibili usi , da una parte vi è un uso che indubbiamente migliora la condizione di vita degli uomini, dall’altra un uso devastante e distruttivo .
( Con un problema ancora più inquietante , quello di un uso “sostitutivo” dell’uomo, anziché “aggiuntivo”. Sembra di essere dentro a film di fantascienza, ma non lo è.)
In queste due opzioni si pone il tema di chi decide, chi sceglie.
Non c’è al momento un governo democratico di questa nuova frontiera, non esiste.
Come non c’è , sempre da quello che leggo, un vademecum condiviso su una etica da seguire per evitare gli esiti nefasti.
Quello che c’è è una impressionante accelerazione delle sue applicazioni, in tutti i campi.
Si pone di nuovo il tema , come fu per la scoperta nucleare, se farne una bomba distruttiva o farne uno strumento al servizio del bene pubblico.
Si pone lo stesso problema , vecchio come il mondo, se la politica è in grado di governare il progresso scientifico e cosa farne.
Se guardo al mondo di oggi, con la concentrazione di immani ricchezze in mano a pochi, con le destre che avanzano, i neonazismi che rinascono, con il mortificante abbassamento dei livelli culturali, della informazione addomesticata, della rimozione della storia, posso dire che non mi sento tanto bene.
Anzi sono colta da un certo sgomento.
La sinistra, il fronte socialista, variamente connotato, dovrebbe misurarsi e dire chiaramente da che parte stare.
Se sta con chi usa il potere economico e scientifico per il progresso collettivo o con chi li usa per rafforzare il proprio dominio sul mondo e decide, a dispetto di tutti, come , chi, quando, dove vivere o morire .
Non si sfugge.
PS: un consiglio alla sinistra , bisogna anche cambiare linguaggio. “Restiamo umani” non dice nulla, perché questa umanità è stata e è capace di tragedie e orrori inerarrabili.
Anche “inclusivita’ ” non dice nulla, se dentro questa parola si collocano gli stessi protagonisti che hanno distrutto la sinistra variamente connotata.
Ditelo a Zingaretti.”
di Pina Fasciani
Mi ricorda un ancor giovane cineasta che osò dire quel che molti pensavano in privato ma nessuno diceva in pubblico: