Luciano Odorisio, Politica

Di Battista a Travaglio:”Nervi saldi con Salvini. Cerca pretesti”

Stralcio di un articolo di L. Giarelli per Il FQ, 18-6-19

“(…) …Di Battista: “Fino a qualche settimana fa ero convinto che l’esecutivo sarebbe andato avanti a lungo, ma vedo continue provocazioni da parte della Lega e allora mi faccio qualche domanda. Mi sembra che stiano cercando pretesti per buttare giù il governo e dare la colpa a noi. Dobbiamo mantenere i nervi saldi”. 

ANCHE PERCHÉ presto arriveranno sul tavolo nodi fondamentali. 

Su tutti, la riforma che riduce i parlamentari da 945 a 600: “Voglio vedere se la Lega voterà con noi. L’attaccamento alle poltrone credo sia ancora una delle loro preoccupazioni più grandi”. 

A cui si aggiunge, secondo Di Battista, la voglia di Salvini di passare all’incasso: “Se fossimo stati noi al 37 per cento non ci saremmo mai messi a provocare, quello che ci interessa è il governo”. E invece ora le cose stanno diversamente: “Quante possibilità ci sono che si voti dopo l’estate? Dico 50 e 50”. Eppure le riforme in cantiere sono molte. 

Di Battista apre alla flat tax, ma solo sotto una certa soglia di reddito, e rilancia temi cari al Movimento: “Serve una lotta senza quartiere all’evasione fiscale, iniziando dai colossi del web. E dobbiamo recuperare le Autostrade. Il 15 agosto, il giorno dopo il crollo del ponte Morandi, il presidente Conte, che è una persona di parola, disse che avremmo revocato le concessioni ad Autostrade. Va fatto perché è giusto e perché sarebbe un modo per recuperare denari”. 

Ma l’ex deputato vuole anche riscuotere l’Ici dalla Chiesa (“si può trovare un accordo”) e ritirare le truppe impegnate in Afghanistan. E poi ancora: cambiare le regole economiche in Europa, la legge sul salario minimo e quella sul conflitto di interessi. Motivi per cui “il M5S porterà avanti con lealtà l’alleanza di governo”. 

Col placet di Beppe Grillo, il fondatore. “Si fa sentire poco” fa notare Travaglio. E l’ex deputato replica: “Lui voleva questo, lasciare che il Movimento camminasse sulle proprie gambe. Ma l’ho visto tre giorni fa, siamo stati a cene assieme. È molto ottimista, mi ha suggerito di puntare su tematiche legate all’ecologia”. 

Ma vuole staccare la spina al governo, chiede ancora il direttore del Fatto? 

“No, Beppe è molto soddisfatto dei risultati, è convinto che il lavoro pagherà”.

Ma a tenere banco c’è anche l’organizzazione territoriale del Movimento. “Oggi è prioritario – dice Di Battista – dotarci di una struttura con referenti territoriali. Ho parlato con Luigi e ho dato i miei suggerimenti, credo che queste novità le vedremo a breve”. 

Insieme magari a una nuova “Agenda per uscire dal buio”, versione aggiornata del documento con cui nel 2013 il Movimento lanciò la propria campagna elettorale.

Da lì si potrà recuperare la base, riuscendo a comunicare “quanto di buono il Movimento fa al governo” dicendo “i No giusti a Salvini”: “Sulle intercettazioni Salvini non deve neanche metter bocca. Anzi: per fortuna abbiamo approvato la legge anti – corruzione e per fortuna abbiamo letto sui giornali le intercettazioni di chi di notte brigava sulle nomine affinché alla Procura di Roma potesse andare un soggetto ritenuto manovrabile”. 

IL RIFERIMENTO è allo scandalo Lotti-Csm, in cui le intercettazioni – di cui, secondo Salvini, i quotidiani hanno fatto un uso “incivile”– sono state possibili grazie alle disposizioni contenute nella legge Spazzacorrotti, che hanno fatto emergere una situazione, per paradosso, “simile a quella che descriveva Berlusconi, ovvero con parte della magistratura politicizzata”, anche se in tutt’altro senso rispetto a quel che intendeva il capo di Forza Italia. 

Nessun dubbio, invece, su Luigi Di Maio, che “resterà capo politico” anche in caso di elezioni anticipate, perché “il mandato non è legato alla durata della legislatura”. 

E Conte, potrebbe essere il candidato premier? “Per me contano soprattutto le proposte e il programma. Lo conosco poco, ma il premier è una bravissima persona”. 

E il futuro di Di Battista?

“Non nascondo che dal Sudamerica ho rosicato quando ho visto i miei colleghi giurare al Quirinale e mi son chiesto se non avessi fatto una stronzata. Penso pure a mia madre, a cui ho negato la soddisfazione di vedere un figlio ministro. Ma poi ho capito che prendermi una pausa è stata la scelta migliore”. 

In attesa di un posto da ministro? “Adesso no di sicuro, anche se mi sarei visto agli Esteri o agli Affari Europei. Comunque per un po’ mi fermerò in Italia”

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