Luciano Odorisio, Politica

Del Rio pontiere comincia il viaggio verso le (5) Stelle…

Stralcio di un articolo di Ilaria Proietti per Il FQ, 30-04-19

“(…)

Un gruppo, giurano i ben informati, in cui “qualcosa di inimmaginabile fino a un anno fa, si sta muovendo: con i pentastellati ci si è messi in ascolto reciproco. 

Specie sui temi del lavoro, della giustizia e della collocazione in Europa dell’Italia. E che dire dello ius soli che Roberto Fico voterebbe di corsa?”. 

ORA, INIZIATIVA estemporanea o meno, la profferta è stata rimandata al mittente stretto giro: Luigi Di Maio ha risposto picche e anzi ha infierito sul Pd arrivando a definirlo un partito bisognoso di “redenzione”. 

Il che ha suscitato la reazione piccata di Delrio che ha cercato di uscire sano e salvo dal ring: “Se c’è qualcuno che deve chiedere scusa dei propri errori e dei danni causati al Paese questo è Di Maio con il suo alleato Salvini di cui si vergogna”. 

Un esito che alla fine, più di tutti ha rassicurato i renziani che di trattare con i 5 Stelle non vogliono saperne e che un po’ hanno gongolato per la porta sbattuta in faccia in malo modo da Di Maio a Delrio. 

Come a esorcizzare un’apertura da parte di Zingaretti che però viene data per certa nei prossimi mesi, specie se il banco del governo dovesse saltare e se Sergio Mattarella sollecitasse una pax politica utile a scongiurare le urne. 

Certo la tempistica scelta dall’ex ministro delle Infrastrutture per fare da operoso pontiere, ossia a poco meno di un mese dalle elezioni europee dove i dem proveranno a erodere consensi proprio al Movimento 5 Stelle, ha disorientato. Ma si fa fatica a credere che possa aver parlato rappresentando solo se stesso. 

Fatto sta che per i renziani che siano di stretta osservanza o meno, questo è il terzo schiaffone che ricevono in poche settimane dal cambio della guardia al Nazareno dopo il via libera all’ingresso nelle liste per le europee dei fuoriusciti di Mdp e la nomina dei vicesegretari (Orlando e Paola De Micheli) che ha mandato all’aria la promessa di Zingaretti di una gestione unitaria del partito con l’esclusione degli esponenti di area riformista. 

Non per niente il segretario dem annusata la buriana e fedele al soprannome di “Saponetta ”, ha cercato di minimizzare. “L’apertura di Delrio ai 5 Stelle è una grande tempesta in un bicchier d’acqua. 

Il vero problema è che il governo ancora oggi non ha fatto niente per il lavoro, litigano su tutto, si sparano uno con l’altro, non intendono alzarsi dalle proprie poltrone e stanno giocando sulla pelle degli italiani”. 

E IL SUO vice Andrea Orlando ha bollato come “cretinerie” le parole di Di Maio sul Pd bisognoso di redenzione. Ma è pure vero che ha tenuto il punto: “Le misure che sono utili al Paese vanno affrontate. Noi poniamo la questione del conflitto di interessi da 30 anni ed il fatto che questo tema arrivi all’ordine del giorno non è che poi possiamo dire siccome lo propongono lo allora dobbiamo dire di no”. 

E lo stesso vale sulla “questione di una misura universale che sia contro la povertà e contro la disoccupazione”. Insomma per un pezzo rappresentativo del partito che parla con la voce di Barbara Pollastrini, Delrio ha pronunciato “parole sagge e serie”. 

E poco importa se l’invito al dialogo non sia stato raccolto. “Sono processi lunghi. Ma la manovra di avvicinamento ai 5 Stelle – si commenta tra i parlamentari dem –è iniziata da tempo. E certi passaggi non sono indolori”

Ma il PD renziano non ci sta.

Il Pd isola Delrio. Lo fa l’anima renziana dei dem, ma lo fa anche Nicola Zingaretti in un post su Facebook. “Salvini e Di Maio hanno la stragrande maggioranza dei parlamentari, ma la loro incapacità di attuare provvedimenti concreti per lo sviluppo del Paese è impressionante. Ora è tempo di voltare pagina, di creare lavoro giusto. Per amore dell’Italia” scrive il segretario del Pd su Facebook.

Il primo a insorgere era stato Luca Lotti, replicando per le rime a Di Maio: “Se devo redimermi io vado in chiesa non faccio accordi con Di Maio. Non si prendono certo lezioni da lui – dice l’ex ministro dello Sport e braccio destro di Matteo Renzi – Invito il vicepremier a non occuparsi del Pd e a preoccuparsi dei danni che il suo Governo sta provocando al Paese”.

Anche Maria Elena Boschi dissente: “Di Maio vuole dialogare con il Pd se il Pd ‘si redime’. Ma su cosa vuole dialogare il capo di un partito assistenzialista, giustizialista, incompetente che ha portato l’Italia in recessione?” scrive su Twitter, con tanto di hashtag #senzadime.

“Luigi Di Maio ci propone di votare le loro proposte per ‘redimerci’. Di Maio. Quello che ha prodotto un paese in recessione, il crollo dell’occupazione e la demonizzazione dei più fragili per seguire Salvini. Con queste nuove destre il Partito Democratico non può e non deve avere nulla a che fare” scrive su Facebook Matteo Orfini, deputato Pd.

Alla fine anche Graziano Delrio fa marcia indietro replicando con durezza alle parole di Di Maio. “Se c’è qualcuno che deve chiedere scusa dei propri errori e dei danni causati al Paese questo è Di Maio con il suo alleato Salvini di cui si vergogna. Il governo ha messo in ginocchio l’Italia e non ha una strategia per rimediare. Noi tifiamo per l’Italia e vogliamo che i problemi si risolvano. Per questo abbiamo sempre dialogato in Parlamento. Ma con un governo che continua sulla strada della incompetenza e dell’arroganza la strada è chiusa”.

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