di Luciano Odorisio
Il taxista, appena un ‘Soldo di cacio’, ebbe un’idea e c’infilammo in una stradina tutta luci e neon colorati.
Nell’aria “Shake, Senor” da Harry Belafonte, “Shake, shake…”
Entrai nel bar guidato dalla musica. Si respirava un clima tropicale.
Un solerte cameriere di colore, giamaicano probabilmente, mi presentò una magnifica torta già organizzata col nome della mia piccola e undici candeline.
«Gliele accendo?», mi chiese serio serio.
Forse mi stava prendendo per il culo, ma non avevo prove sufficienti per incazzarmi e poi lui stava messo bene, meglio lasciar perdere.
Sorvolai con classe:
«Faccia presto. Ho fretta!».
Me l’incartò a dovere.
Presi anche una bottiglia del buon vecchio Pommery, pagai e mi girai per andar via.
Fu allora che la vidi ed ebbi un tuffo di sangue al cuore…
In una zona d’ombra, splendide gambe accavallate, seduta al bancone con diversi bicchierini di Bourbon già scolati, un vestitino da sballo indossato solo per pura formalità, un’idea di seno che occhieggiava da una scollatura più che generosa, strass, luccichii vari, e quegli occhi… che occhi!
Mi fissavano attirandomi, guidandomi verso di lei.
«DDIOMMIOPROPRIOSTASERA!!», pensai deglutendo a fatica.
Sapevo che c’era anche per me una donna del genere da qualche parte del mondo… ed ora era lì, pronta, tutta per me… io, lei, e “The man I love”.
Nel frattempo Billie Holiday aveva dato il cambio ad Harry Belafonte.
Un sogno, ragazzi!
Le transitai accanto proprio mentre si portava alla bocca un cigarillo lungo lungo e nero… e mi soffiò con la sua voce roca: «Comunicame tuo ardor, macho… »
Un brivido mi percorse la schiena fino a risalire lungo tutta la spina dorsale per scaricarsi sulla torta che tremò tutta.
Di donne ce ne sono molte in giro, più degli uomini, così recitano le statistiche, ma di ‘femmine’ ce ne sono poche, ho sempre aggiunto io, e quella sera ne avevo una prova…
Mi fissava con uno sguardo carico di promesse mentre aspettava che io mi decidessi ad accendere… sia lei che il cigarillo.
Tentai una fuga strategica, maledicendomi mentre parlavo: «Sa, datosi che proprio stasera la mia bambina compie gli anni e…e poi non conosco le lingue.»
Alla bella non poteva fregare di meno del compleanno della mia piccola «Por favor… », aggiunse col suo sguardo assassino e voce strascicata.
Cosa avreste fatto voi? Lo feci anch’io.
Feci scattare il mio accendino con emozione e un leggero tremore s’impossessò di me. Lei se ne accorse subito… anche perchè, per quanti sforzi facesse, non riusciva a centrare la fiammella.
Mi afferrò la mano e me la tenne ben ferma. Aspirò avidamente e mi alitò in faccia la prima boccata avvolgendomi tutto in una nuvolaglia nerastra dal sapore acre.
Ebbi qualche attimo di sbandamento, tossicchiai come un moccioso alla prima sigaretta, ma quando la nebbia si diradò e fummo di nuovo gli occhi negli occhi, feci un ultimo tentativo:
«Intanto potremmo scambiarci il telefono… così.,.un’altra sera, magari…con più calma…le dò anche la mia mail…»
Rise come solo lei sapeva ridere.
Figura di merda!, la seconda boccata mi ammutolì e…si alzò per ballare solo per me…