“Cercò di spogliarmi già in ascensore.
Gran porca!
Era il mio tipo.
Quante volte avevo provato con la dromedaria a farlo in luoghi “strani”, niente!
Solo al letto, al buio, unica concessione i gradi di capitano.
La fata invece ci sapeva proprio fare.
Mi vellicava tutto aderendomi col suo corpo morbido e bollente
mentre l’ascensore saliva lentamente con un cigolio sinistro.
Body heat!
La sua coscia a strusciarsi fra le mie, proprio lì.
Una febbre!
Per un po’ persi la testa e l’assecondai.
M’irrigidii solo quando ebbi l’impressione che le sue voglie
sconfinassero un po’ troppo verso la mia torta:
«Che buon odore…»
«No! La torta, no!» urlai senza ritegno.
Lei mi sparò uno sguardo che-cazzo-dici-stronzo devastandomi.
«Ma chi se ne frega della torta, io parlavo di te, hai un buon
odore… sai di maschio!»
Lo confesso, ebbi un attimo di smarrimento.
Per me avremmo anche potuto chiuderla lì, avevo già avuto il
mio orgasmo!
L’appartamento era messo su bene.
Anche la cucina col suo bel fri gorifero bombato dove rinchiusi
subito torta e champagne.
Lei si era dileguata in bagno a farsi bella.
Sì, avete capito bene, aveva detto proprio così, a farsi bella,
come se ce ne fosse stato bisogno.
Ah, le donne! Non finiranno mai di stupirmi e con Cora ero
solo all’inizio.
Guadagnai il corridoio e m’imbucai in camera da letto che la
fata mi aveva precedentemente indicato…” (Continua)
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