Luciano Odorisio, Politica

Bonafè-Morra, prove di dialogo giallo-rosa

da Marina di Pietrasanta per Il FQ, 2-9-19

P er la prima volta sono sul palco non da nemici, ma da promessi sposi. Ieri, l’europarlamentare del Pd Simona Bonafè e il senatore Cinque Stelle Nicola Morra hanno “trasferito” sul palco della festa del Fatto il tavolo di confronto sulla nascita del governo giallorosso. 

LE DIFFERENZE restano, e il nutrito pubblico della Versiliana non ha mancato di farle notare. 

Così come resta distante il bilancio sull’esperienza gialloverde, a cominciare dalla questione immigrazione. È quello il nodo ancora difficile da sbrogliare, perché idem – spiega la Bonafè – chiedono che “si cambi registro” e che non si vada più avanti a gestire il tema dei migranti “a colpi di tweet sui porti chiusi”. 

“Anche perché –aggiunge la deputata a Strasburgo –l’Europa non ci è venuta incontro perché in questi mesi l’Italia ha fatto la partita di Orban, non quella dei Paesi che ci potevano aiutare”. 

Una analisi che Morra – che non rinnega la gestione dei migranti dell’era Salvini – sembra condividere fino a un certo punto: “Entro il 2050 si muoveranno tra i 50 e i 60 milioni di esseri umani. Non può essere solo l’Europa a occuparsene: serve anche il coinvolgimento dell’Unione Africana e dell’Onu”. 

Ma, dicevamo, è il bilancio sul passato l’elemento che divide. Perchè mentre Morra invoca investimenti in “conoscenza, istruzione, cultura, altrimenti le persone vanno appresso al dj del Papeete”, la Bonafé gli ricorda che sono stati i voti dei Cinque Stelle a consentire l’approvazione dei decreti sicurezza che hanno inferto un colpo mortale al processo di integrazione dei migranti nel nostro Paese e che “se non fosse stato per Renzi che ha sparigliato le carte” il dj del Papeete sarebbe ancora lì. 

QUELLA CHE HANNO di fronte, ammette l’esponente democratica, è una operazione “ad altissimo rischio”. L’abbraccio con gli ex nemici dei Cinque Stelle impone “discontinuità” perché “le stagioni nuove si aprono con protagonisti nuovi, vale anche per il Pd”. 

Si riferisce ovviamente al ruolo che avrà Luigi Di Maio nel prossimo governo. Morra non si sbilancia sul tema, liquida il video di Beppe Grillo di sabato sera (quello in si è detto “esausto ” di sentir parlare di poltrone) come semplice “ironia” e dice che per lui discontinuità è “dire basta con il rigore inflessibile” delle leggi dell’economia. Anche qui, le idee viaggiano in parallelo. 

E se Bonafè batte il tasto della “crescita”, Morra chiede di recuperare risorse dell’evasione fiscale, perché così “un terzo della finanziaria è già fatto”. 

Sul nome di Conte invece c’è sintonia: anche la Bonafè – nonostante dica che “quello degli ultimi 14 mesi non è stato un buon presidente del Consiglio” – crede che dopo il discorso in Senato contro Salvini abbia “dimostrato una certa tempra”. 

Infine, una postilla su questioni interne ai Cinque Stelle. Morra, che è presidente de ll ’Antimafia, se l’è presa con la decisione del Movimento di aprire alle alleanze con le liste civiche a livello locale: “Non sia mai! Le civiche sono il modo con cui si presentano i partiti quando si vergognano”. 

PA .ZA

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