di Gianni Barbacetto per Il FQ, 27-6-19
Nella grande abbuffata di soldi e bugie attorno alle grandi opere, il Tav resta l’occasione più ghiotta per incassare i primi e distribuire le seconde.
Ora sono partite le “manifestazioni d’interesse” per la costruzione del tunnel sia sul versante francese, sia su quello italiano.
Il Corriere della Sera ieri dava per fatta l’opera: avviate le gare, partiranno anche i bandi con i capitolati d’appalto. Dimenticava di scrivere che invece tra la prima fase (le “manifestazioni d’interesse”) e la gara vera e propria è necessario il consenso dei due governi.
Tanto che perfino sulla Gazzetta europea nei prossimi giorni sarà esplicitata la “facoltà di interrompere senza obblighi e oneri la procedura di gara in ogni sua fase”, come peraltro previsto anche dal codice francese degli appalti pubblici.
Ma “l’opera si farà”, per il Corriere, anche perché ormai “il ministro Danilo Toninelli si è fatto convincere”. Parola di Francesco Ramella, della commissione ministeriale presieduta da Marco Ponti.
Peccato che Ramella smentisca quella frase che il B gli attribuisce.
La Stampa ieri apre addirittura il giornale con il titolo “Tav, Conte pronto al sì”: più che una notizia, una divinazione, o una speranza. È sui finanziamenti europei, però, che girano le notizie più fake.
Anche il Corriere, come altri giornali e il Sole 24 Ore in prima pagina, dà per scontato che l’Europa abbia innalzato al 55 per cento la quota dei lavori finanziati con soldi dell’Unione, per il tunnel di base e “anche per le tratte nazionali del tracciato”.
Parola di Iveta Radicova, coordinatrice europea del Corridoio mediterraneo, che però non ha alcun potere di decidere i finanziamenti europei.
Questi dovranno essere decisi dalla nuova Commissione, che ancora non è neppure insediata, e con una procedura, come ha spiegato Toninelli, che durerebbe almeno un paio d’anni.