Stralci da un articolo di Gianni Barbacetto per iIl FQ, 10-3-19
“(…) E sono sillabe da derby con Salvini, da capo che si rivolge al ministro dell’Interno come a un discolo che la stava facendo grossa: “Questo Paese ha bisogno di un po’ di tranquillità, dire ‘vediamo chi ha la testa più dura’ è folclore, non è quello che ci chiedono gli italiani”.
Ed è lo specchio del gelo con Salvini, con cui il capo del Movimento non si sente da giorni.
Tra loro è tregua, armata.
Ma intanto Di Maio ha potuto respirare assieme ai fedelissimi con cui si era trincerato a Roma.
Come la torinese Castelli, entrata in Parlamento da No Tav e destinata dal capo alle trattative con Telt, da tempo.
E con un altro sottosegretario Stefano Buffagni, che venerdì aveva evocato i fantasmi, parlando di “crisi già aperta”.
Ma che nel frattempo spingeva per la mediazione con il via libera alle manifestazione di interesse, e poi si vedrà.
E alla fine l’esecutivo è rimasto in piedi.
Come il M5S.
Almeno in Parlamento, perché da Torino arrivano scricchiolii.
Non a caso Conte venerdì mattina aveva telefonato alla sin daca Chiara Appendino, per illustrarle il possibile punto di caduta, e capire se lei e i consiglieri comunali lo ritenessero potabile.
Ed era arrivato un sì. Però ora dal Comune giungono segnali plumbei. Perché è vero, la capogruppo Valentina Sganga vede il bicchiere mezzo pieno: “La formula tecnica trovata è una via per arrivare a quello che chiedevamo, cioè lo stop ai bandi. Avremmo preferito che le manifestazioni d’interesse non fossero pubblicate, e vigileremo”.
PERÒ TRE consiglieri, Maura Paoli, Damiano Carretto e Daniela Albano, non si fidano.
E fanno sapere di voler “analizzare la scelta mediante un confronto con i componenti della commissione tecnica sull’opera e con il movimento No Tav”.
Mentre un veterano come il senatore Alberto Airola rimane freddo: “I lavori sono stati bloccati, però avremmo potuto osare di più con la Lega”.
Invece da Milano una big come Paola Taverna apprezza, e morde: “Il rinvio era il massimo che si potesse ottenere. E se la Lega vuole fare il Tav, se lo faccia con Berlusconi”.
Poi c’è lui, il presidente della Camera Roberto Fico, che anche ieri aveva ricordato come il no alla Torino-Lione fosse identitario per il M5S.
In serata però con i suoi ha definito la mediazione di Conte “un buon risultato”.
Con praticità.”