Luciano Odorisio, Politica

Ale Di battista: “Se cade il governo mi ricandido”

Stralcio dell’intervista ad Alessandro Di Battista di Luca Ridolfi per Il FQ, 04-05-19

“(…)

Nessun rimpianto per il passato (“ho fatto la scelta giusta a non ricandidarmi”), mentre sull’impegno futuro col Movimento l’ex deputato grillino è più che possibilista: “Standone fuori, mi è tornata la voglia di fare politica che avevo prima”. Ecco un breve riassunto dell’intervista andata in onda ieri sera. 

E come si concretizza?  Ormai non alle Europee… 

Vediamo. Lo so che è vago, ma è la verità: mi auguro che non si torni al voto prima di quattro anni. 

Lei a quel punto ci sarebbe? 

Oggi come oggi direi di sì, però di qui a quattro anni possono succedere molte cose… 

E se dopo le Europee salta il banco? 

Non credo che avverrà e non me lo auguro: questo governo sta portando avanti un sacco di cose interessanti, soprattutto per merito dei 5 Stelle. Se dovesse cadere, però, a settembre od ottobre penso che mi ricandiderei. Ma non come capo politico del Movimento, quello resta Luigi Di Maio: il suo incarico durerà ancora anni. 

Forse allora come sindaco di Roma? 

Onestamente non penso di esserne all’altezza. Virginia Raggi invece lo è e me ne convinco sempre di più. Per me è una persona eccezionale: non credo ci sia mai stato un politico attaccato come lei, vittima di fake news e campagne diffamatorie come lei. Poi, certo, ha un incarico difficilissimo: e vorrei vedere in una città con 12 miliardi di debito… 

Il caso Siri. Lei all’epoca, dopo il niet del Colle su Paolo Savona, disse che Di Maio e Salvini proponevano come ministro dell’Economia proprio Siri, che però aveva già patteggiato una condanna per bancarotta fraudolenta. Una svista? 

Probabilmente sì: in quel momento Di Maio e Salvini, anche per far capire che il problema non era esclusivamente Savona, presentarono al capo dello Stato degli altri nomi. Sembra una battuta, ma non è sempre facile andare dietro alle fedine penali di tutti i politici, ma è la prima volta che nel contratto di governo si è stipulato che nessun ministro potesse esercitare il ruolo con la fedina penale per così dire sporca. 

E sulle dimissioni? 

Il mio pensiero è che non è importante la conclusione dell’indagine, bensì il fatto che Siri – ed è un punto che ha colto molto bene Conte – abbia usato il suo ruolo istituzionale per piazzare emendamenti che erano marchette a favore di Paolo Arata (l’imprenditore accusato di averlo corrotto, ndr), ha utilizzato il suo incarico pubblico per un interesse personale: quindi, se pure i magistrati dovessero assolverlo, Siri non dovrebbe comunque tornare al governo perché la cosa gravissima e dimostrata è che ha usato il suo potere per favorire un soggetto privato, peraltro legato alla Lega. 

Il piglio decisionale di Conte non sarà stato molto gradito a Matteo Salvini.

Immagino che si sarà molto arrabbiato. Per me era un sogno, anni fa, vedere un presidente del Consiglio parlare come ha parlato Conte, con quella durezza. Sulla questione morale sono morte le forze politiche, a cominciare dal Partito democratico. 

Ormai i rapporti tra Salvini e Di Maio sono incrinati? 

Ci sono delle discussioni in vista delle Europee e alcuni nodi vengono al pettine a prescindere, ma secondo me no. E comunque non conviene a nessuno, soprattutto al Paese, la caduta del governo. La prossima settimana, se tutto andrà bene, si voterà alla Camera il taglio di oltre 300 parlamentari, che comporta un risparmio di 500 milioni di euro a legislatura. Fateci caso: di questa riforma costituzionale si parla poco, sembra che parte della stampa non voglia neanche tenerla in considerazione. 

Parlando dell’Ilva di Taranto. Se tutti sapevano che la questione non poteva essere risolta, perché fare certe promesse in campagna elettorale? 

Non sempre si conosce l’entità delle cose che succedono: lo stesso Luigi mi ha raccontato che la situazione che si sono trovati ad affrontare è diversa da quella che pensavano di trovare. Però non mi ricordo in passato una schiera di ministri che ci ha messo la faccia in quel modo, beccandosi anche i rimproveri.

Sul Tav ci sono stati scontri il 1° maggio a Torino. Secondo lei, si fa o non si fa? 

Mi auguro di no, ma non per questioni ideologiche, quanto per il fatto che potremmo risparmiare miliardi. Lo ribadisco: oggi il modo migliore di usare il denaro pubblico è la manutenzione, non fare buchi inutili. 

Lei era più favorevole all’alleanza con la Lega che col Pd: non pensa che in futuro i democratici e i 5 Stelle possano avvicinarsi? 

E quali sarebbero le battaglie che condividono? Hanno votato contro pure al Reddito di cittadinanza…”

E a proposito di Tav:

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