Cinema & Teatro, Luciano Odorisio

Aldo Grasso intona il de profundis per Fabio Fazio

di Aldo Grasso per Il Corriere della Sera

“Non dev’essere facile per l’a.d. Fabrizio Salini districarsi in un simile verminaio: gli attacchi sugli stipendi degli «artisti» Rai, Vespa che interviene sui soldi di Lerner, l’ex presidente Rai, l’Annunziata, che frigna sui soldi di Fazio… 

GAD LERNER: Vedo un istinto alla ricerca della preda. Salvini ha appena ottenuto lo scalpo di Fabio Fazio, brutalizzato nel silenzio generale dei suoi colleghi perché guadagna troppo, per cui siccome lui prende 2 milioni all’anno, quelli che di milioni ne prendono uno o mezzo sono stati zitti dicendo ahah, se la prende con Fazio e ben gli sta…

LUCIA ANNUNZIATA: nella nostra tradizione di essere sinceri l’uno per l’altro, io divido la tua situazione da quella di Fabio Fazio, perché Fabio Fazio ha un problema… non significa che debba essere brutalizzato, però Gad, questo è un dato di fatto: c’è una legge che Fazio ha aggirato. Nessuno di noi l’ha fatto, è una legge, ci siamo tagliati tutti lo stipendio. Detto questo, è stato trattato come non si meritava.

A proposito, Fabio Fazio ha concluso la sua avventura di Che tempo che fa su Rai1, pare che traslochi su Rai2. Non ci interessano i retroscena, ma solo la scena del programma, col rischio di fare irritare i protagonisti. Perché Fazio era così smanioso di approdare sulla rete ammiraglia?

E cos’è che non ha funzionato nel programma? Ognuno coltiva le proprie ambizioni, ma Che tempo che fa era composto da due corpi dissimili, raramente integrabili.

La prima parte, quella delle interviste complimentose, era il classico programma da Rai3, la famosa nicchia del ceto medio riflessivo (se ancora esiste, se ancora tollera che esistano le vallette).

Fazio invita ospiti di particolare riguardo (con libro o disco da promuovere) e li avvolge in un’attutita, edulcorata conversazione. Le sue interviste sono sempre fatte con le dovute cautele, a volte con esagerata e affettata cortesia. 

Per Rai1, e qui casca l’asino, è costretto anche a invitare Mara Venier e l’innocenza talebana della «presenza» culturale va a farsi benedire. La parte più deludente è la seconda, la tavolata degli ospiti, lo show della domenica.

 Una parte, tra l’altro, molto scritta, molto telefonata, molto calcolata (Salemme è per il pubblico del Sud, Volo per gli Young Adults e così via) dove si fa fatica a capire il ruolo di Gigi Marzullo o di Orietta Berti o di Max Pezzali. 

O meglio, si capisce quanto Fazio sia sparagnino, quanto poco ami rischiare: preferisce andare sempre sul sicuro. Ha rinnovato il suo parco autori, presi magari dalla Scuola Holden, ma idee pochine.

Speriamo che Carlo Freccero gli ricordi che oggi la tv è altra cosa.”

E Lucia Annunziata:

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