Luciano Odorisio

A. Padellaro: I giornali descrivono Dunkerque ma è solo Gardland

Lettere al Direttore del 23-6-19 – ad una divertente citazione di Longanesi risponde Antonio Padellaro –

LEO LONGANESI:

“IN ITALIA non si potrà mai fare una rivoluzione, perché ci conosciamo tutti”. 

RISPONDE ANTONIO PADELLARO:

“LE FOTO DEI QUATTRO AMICI al bar pubblicate da “Diva e Donna” (il renziano Luca Lotti più l’ex tutto Denis Verdini con i figli Tommaso e Francesca, fidanzata di Matteo Salvini) non possono certo scandalizzare chi conosce le abitudini del gran salotto Capitale, dove le differenze che contano sono tra chi il cappuccino lo vuole freddo e chi schiumato.

Quando, secoli fa, lavoravo come cronista parlamentare novellino mi stupivo di vedere alla buvette di Montecitorio discorrere tranquillamente e talvolta perfino scherzare certi deputati che poco prima dai banchi opposti si erano insultati, minacciando di passare alle vie di fatto. 

Non avevo ancora capito che in politica (e spesso anche nella vita) il “nemico” ti appare meno nemico dell’“amico”pronto a spararti alle spalle. All’inizio degli anni 90 tutti ricordano i primi manipoli di leghisti, autosegregati, che si muovevano in formazione per le vie di Roma ladrona, tenendosi d’occhio vicendevolmente. 

Qualcosa di simile è accaduto più recentemente ai neofiti grillini, anche se presto sullo spirito di Savonarola ha finito per prevalere la naturale esuberanza giovanile. Niente di male, anzi, se il contrasto politico include il niente di personale che in “Pulp Fiction”, John Travolta e Samuel L. Jackson enunciavano per la gioia di chi stavano per accoppare. 

La novità è semmai che presunti nemici si scambino profumi e balocchi alla luce del sole con l’immancabile bacetto sulle guance, prima e dopo: smack smack. 

Anche perché è sempre meglio cospirare intorno a un tavolino di piazza San Lorenzo in Lucina che farsi beccare dal trojan in qualche triste alberghetto vicino alla stazione. 

Il problema, semmai, riguarda il giornalismo che continua a vivere (e a sopravvivere) descrivendo la scena politica come sospesa in una permanente vigilia di Pearl Harbor. Tutto in un crescendo di “ira”, “rabbia” e “collera” a cui fanno da contrappunto i resoconti dei tg infarciti di “tensioni fortissime” o“al calor bianco”, e di scontri (verbali) sempre “duri”, anzi “durissimi”. 

Giorni fa, per esempio, a dominare le cronache di Forza Italia era la rottura tra Silvio Berlusconi e il governatore ligure Giovanni Toti, data per imminente con effetti che sarebbero stati, naturalmente, “devastanti”. 

Poi, lo stesso Berlusconi ha affidato a quello stesso Toti (e a Mara Carfagna) la guida di Forza Italia. 

Sembrava Dunkerque, ma era solo Gardaland.”

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