«Sono nato povero, brutto, ebreo. Ho dovuto lottare tutta la vita per arrivare da qualche parte», ha detto Weinstein. «Nessuna ragazza mi guardava prima che diventassi un pezzo grosso di Hollywood».
Prima intervista dopo mesi di silenzio, in esclusiva mondiale, rilasciata al giornalista Panagiotis “Taki” Theodoracopulos.
E rilascia una sua versione di una teoria che gira su internet: “Anthony Bourdain si è suicidato dopo aver scoperto che Asia Argento lo tradiva.”
C’è da dire che Asia Argento è stata una delle vittime di Weinstein.
“La sua amica Rose McGowan sostiene che avessero una relazione aperta”, gli ribatte Taki.
“Non è vero, ma gli uomini morti non possono smentire, si è inventata tutto” risponde Harvey.
Ma la frase ‘incriminata’, comparsa sul britannico Spectator, pericolosissima per il produttore di Hollywood Harvey Weinstein accusato di abusi sessuali e stupro che è libero su cauzione, è un’altra:
«Sì, ho offerto posti di lavoro in cambio di sesso, ma è quello che facevano e continuano a fare tutti. Ma non ho mai, mai, violentato una donna».
Ed e’ infatti il suo avvocato, Ben Brafan, che interviene a stretto giro smentendo che il suo assistito l’abbia mai pronunciata, non in questi termini quantomeno.
L’avvocato di Weinstein, Ben Brafan, afferma che quella pubblicata dallo Spectator non era intervista esclusiva ma “un incontro fra vecchi amici”.
“Ero presente. Harvey e Taki non hanno discusso del caso, nè io avrei consentito che lo facessero. Si e’ parlato di vecchia Hollywood e del contrasto con la cultura europea, e credo che Taki vede Harvey in quella vecchia luce. Weinstein non ha detto nulla circa lo scambio di ruoli in film per favori sessuali. Avete la mia parola che Harvey non l’ha detto”, e’ la dichiarazione di Brafan.
E l’amico Theodoracopulos contribuisce a smorzare i toni:
“Dopo 41 anni da commentatore allo Spectator credo che potrei aver male interpretato la conversazione che Harvey Weinstein ha tenuto con me il mese scorso a New York. E’ stato un mio errore. Parlavamo di Hollywood e posso aver capito male alcune cose sui metodi di quel posto. Non ho avuto nulla a che fare con il titolo del mio articolo e spero di non aver danneggiato il suo caso, dopo tutto si era trattato di una visita tra amici”.
La frase imputata a Weinstein e’ stata infatti riportata nel titolo dell’articolo, nel quale il noto giornalista 81enne fa riferimento a Weinstein come a un “vecchio amico”.
Però è vero che lo facevano tutti, che lo fanno ancora, nonostante il movimento #Me Too.
Ed è anche giusto che le attrici si siano ribellate, che finisca questo ricatto, ma Weinstein non paghi per tutti gli altri però…anche da noi, in Italia, ce ne sono e che fino a ieri ritenevano la cosa normale…senza entrare in altri ambienti…il ricatto sessuale vale per tutti gli ambienti…e Weinstein paga per tutti…qualcosa non torna!