Tra tramonti e rinascite.
Gli ultimi sondaggi dicono che Lega e M5Stelle stanno patendo le reazioni alla manovra economica.
Cominciano a scendere i consensi , gli italiani sono preoccupati e sette su dieci pensano che dalla crisi non si uscirà.
Sono gli stessi italiani che con il voto del 4 marzo hanno voltato pagina, chiedevano e chiedono di cambiare la loro condizione di vita.
Sono stati premiati i 5 stelle usciti vincenti da quella competizione.
Primo partito.
La lega con il 17% ha vinto dentro la coalizione di centrodestra , non nel Paese.
Il PD ha perso, tutta la sinistra ha perso.
A sette mesi da quel voto, un vero terremoto politico, ci ritroviamo prigionieri di Salvini con un M5S che non sa far valere il suo peso elettorale.
Anzi , paradossalmente, è prigioniero anch’esso dell’alleanza di governo .
Oggi si ritrovano a dover arginare uno strabordante Salvini che impone misure in netto contrasto con le loro battaglie sull’onestà.
Il condono agli evasori e cosa ancora più grave il condono alla mafia e alla criminalità organizzata per le somme riciclate di dubbia provenienza.
Un capolavoro.
Ora corrono ai ripari, additando manine occulte, ma l’affanno è evidente.
La denuncia di Di Maio, contro i sabotatori, non è ancora partita, e dubito che Salvini torni indietro vista l’enfasi che sparge a piene mani per difendere “la manovra del cambiamento” ( sob!).
(VEDI RICOSTRUZIONE TRAVAGLIO)
Il M5S è nei fatti in seria difficoltà con Salvini “Salvatore della Patria” che batosta un sindaco eccellente come Mimmo Lucano, ridotto a dormire in macchina, e assolve i peggio evasori e criminali. Un salvatore all’incontrario.
Non so come e se ne usciranno, sia il M5S che Salvini, staremo a vedere.
Nell’attesa consiglierei alla sinistra di interrogarsi seriamente sull’alternativa.
La nascita di un soggetto di sinistra diventa sempre più urgente. Non si tratta di cercare un leader, ma di riprenderci quei voti che hanno reso più forti gli altri.
Mi sembra evidente che c’è bisogno di una strategia politica con obiettivi chiari, riconoscibili.
Bisogna rompere con un passato devastante, con i “ma anche”, con i partiti liquidi, con le primarie farlocche, con i le ridotte minoritarie, con i fronti repubblicani indistinti, con gli arcobaleni, con i cartelli elettorali, con le tifoserie di questo e di quello, con i salti delle quaglie da un campo all’altro, in attesa di prebende, e schierarsi, con proposte serie e credibili,con i più deboli .
Darsi gli strumenti e le parole per cambiare la loro condizione di vita .
Per farlo non ci si richiude in una stanza , nei pensatoi, tra pochi intimi, per confezionare ricette, presupponendo di rappresentarli e parlare per loro, si fa il contrario.
Si chiudono i “pensatoi”, si strappano le ricette preconfezionate, si prendono le macchine, i treni, i pullman e si gira il Paese.
Si va a vivere con i più deboli, dove sono, si torna all’abc, si va a costruire con loro l’alternativa, nuovi gruppi dirigenti, a cercare nuovi volti, nuove parole sensate, nuove strade .
Solo a questa condizione potremo rinascere .
Ma c’è questo coraggio?
C’è la voglia di rimettersi in discussione per andare in giro, fare chilometri di strada, ogni giorno, nei posti più degradati del Paese?
Ascoltare la rabbia, le delusioni, le paure, le preoccupazioni, e tradurle in proposte politiche insieme a chi le ha espresse e costruire insieme i percorsi, le lotte, per realizzarle?
E magari individuare persone capaci, creative, intelligenti, serie su cui investire per far crescere nuovi gruppi dirigenti ?
Non lo so, ma penso che questo sia il deserto da attraversare.
Se non lo si fa non si rinasce.
Non c’è leader che tenga.
di Pina fasciani