di Antonio Massari e Valeria Pacelli per IlFQ, 13-4-19
“Non riesco a togliermi le sollecitazioni dei massimi vertici di questa Regione a tutti i livelli. Ecclesiastici – omissis – ecumenici, politici, tecnici. Se no a st’ora c’avevo messo le mani sulla gastro… altro che disposizioni di servizio dell’altra volta (…) Tra la massoneria, la curia e la giunta (…) non me danno tregua. E la Calabria Unita”.
Così il 6 giugno 2018 parlava Emilio Duca, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia, l’uomo al quale – secondo le accuse dei pm di Perugia – si rivolgono politici e non solo per segnalare persone a loro vicine da inserire nelle graduatorie di selezione del personale nella sanità umbra.
IERI DUCA È FINITO agli arresti domiciliari insieme al direttore amministrativo Maurizio Valorosi, all’ex sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci e all’assessore alla Salute Luca Barberini (che annuncia le sue dimissioni).
Altri sei dirigenti dell’Azienda ospedaliera sono stati invece sospesi. Sono gli esiti di un’inchiesta in cui è indagata per abuso d’ufficio e rivelazione di segreto d’ufficio anche la governatrice umbra Catiusca Marini.
Procediamo con ordine.
L’indagine, partita a fine 2017, ha svelato l’esistenza di un “sistema” clientelare in cui esisteva una “generalizzata disponibilità a commettere illeciti all’interno dell’azienda ospedaliera da parte di coloro che si occupano delle procedure di selezione”.
Duca e Valorosi, in questo sistema, secondo il gip Valerio D’Andria, “interessati al soddisfacimento delle esigenze politiche”, facevano da tramite con alcuni componenti delle commissioni d’esame per ottenere le tracce che poi sarebbero state consegnate ai candidati “segnalati”.
Secondo le accuse, Barberini avrebbe interferito in quattro concorsi e Bocci in tre.
L’ex sottosegretario avrebbe anche passato agli altri indagati informazioni sull’indagine e per questo è accusato anche di favoreggiamento.
Sono otto le procedure, secondo l’accusa, “condizionate ”.
Tra queste anche quella per l’assunzione di quattro assistenti contabili indetta nell’aprile del 2018.”
Una procedura, secondo il gip, “condizionata dalle segnalazioni provenienti da esponenti politici, Catiuscia Marini, Luca Barberini, Gianpiero Bocci e Moreno Conti”, quest’ultimo “componente della direzione regionale del Pd”.
“Al fine di raggiungere il fine prefissato di garantire a quattro candidati la vittoria del concorso – continua l’ordinanza – Duca e Valorosi ottengono dalla accondiscendente presidente della commissione le tracce delle prove scritte e del questionario, nonché, le domande della prova orale.
I fogli che contengono tali preziose informazioni sono poi consegnati ai politici sopra indicati affinché li facciano avere ai candidati”.
Le tracce del concorso, secondo quanto dice Duca intercettato, dovevano finire anche all’ex sottosegretario: “Anche Bocci è a Roma, me lo ha detto lui, ora gli mando un messaggio e domani pomeriggio… gli porto le domande”.
Il 10 maggio quindi la presidente della commissione consegna “a Duca una busta” con i contenuti della prova. Quello stesso giorno il manager sanitario va in consiglio regionale dove incontra la governatrice Marini.
LA CONVERSAZIONE tra i due viene intercettata: “Il Duca riferisce alla Marini di avere le ‘domande’in vista dello scritto (‘qui ce so le domande… sta tranquilla’) che ci sarà tra cinque giorni” e poi consegna un foglio al suo segretario “al quale viene affidato il compito di portarlo a una donna”, una delle “segnalate”.
È poi in una intercettazione del 25 maggio che Duca “ribadisce la necessità di portare avanti le persone raccomandate da Bocci, da Barberini e dalla Marini e, dunque, di ‘gonfiare’ in particolare la valutazione di una delle candidate”.
“Sono assolutamente tranquilla e fiduciosa nell’operato della magistratura – ha detto ieri la governatrice Marini –, nella certezza della mia totale estraneità ai fatti e ai reati oggetto di indagine”.