Stralcio dell’editoriale di Marco Travaglio per Il FQ, 8-3-19
“(…) Le collezioni dell’Espresso pullulano di inchieste ferocissime sull’inutilità dell’opera, da quella di Tommaso Cerno nel 2013 (“I No Tav sono un intero popolo”, “Tre generazioni appese al destino di un treno da 300 km l’ora.
Nonni, figli e nipoti in guerra contro un mostro d’acciaio… La Val Susa ha tutta l’aria di un’italica striscia di Gaza…”) a quella di Giovanni Tizian nel 2016 (“Tav, e intanto si spreca. Le talpe continuano stancamente a scavare.
Ma nessuno crede più a un modello di ‘grande opera’superato dai fatti. E dal buon senso”).
Poi più nulla.
Report di Milena Gabanelli, nel 2011, mandò un inviato in Val Susa a dimostrare l’inutilità del Tav per mancanza di merci: “Lo pagheranno –concluse Milena –i nostri figli disoccupati”.
Poi, silenzio anche alla Rai. Repubblica pubblicava le inchieste di Luca Rastello sulla grande bufala del Corridoio 5 Lisbona-Kiev (poi raccolte nel saggio Binario morto) e i commenti di Adriano Sofri sul “Partito Preso, cioè quello che dice ‘ormai non si può più tornare indietro’ e non spiega mai perché.
Il Partito dell’Ormai.
Il Tav è una nuova religione rivelata, fondata su un mistero sacro, calato dall’alto, quindi indimostrabile ma indiscutibile: il dogma del l’Immacolata Costruzione”.
Ora Repubblica tifa Tav senza se e senza ma.
Sempre nel 2012 ben 360 professori universitari e professionisti firmarono sul Sole 24 Ore l’appello di Marco Ponti e Sergio Ulgiati al governo Monti perché, dopo il no alle Olimpiadi di Roma 2020, fosse altrettanto coraggioso cancellando lo spreco ben più cospicuo del Tav, citando studi del Politecnico di Milano e di Oxford (“La peggiore infrastruttura è sempre quella che viene c o st r u i ta ”: studio delle previsioni sballate su 260 mega-infrastrutture trasportistiche in ben 20 nazioni).
Poi, salvo rare eccezioni, tutti zitti.
Nel 2013 persino Renzi, nel libro Oltre la rottamazione, definiva il Tav “investimento fuori scala e fuori tempo… iniziativa inutile… soldi impiegati male” e invitava lo Stato a “uscire dalla logica ciclopica delle grandi infrastrutture e concentrarsi sulla manutenzione delle scuole e delle strade”, anche per “creare posti di lavoro più stabili”.
Ora è Sì Tav.
Nel 2017, su lavoce.info, Carlo Cottarelli firmò un altro appello di Ponti con 41 professori del Politecnico di Milano contro il Tav perché “analisi indipendenti… mostrano flussi di traffico, attuali e prospettici, così modesti da poter escludere che sia opportuno realizzarla nella forma prevista”.
Ora firma addirittura pseudo-analisi pro Tav.
Nel 1927 Julien Benda scrisse un pamphlet sul Tradimento dei chierici, cioè degli intellettuali.
Non aveva ancora visto all’opera i nostri chierichetti e i nostri sacrestani.”
Pecoraro Scanio: