editoriale di Marco Travaglio, 28-8-19, per Il FQ
Noi, che siamo gente semplice, ci orientiamo con quattro bussole molto collaudate, che non ci hanno mai tradito.
La prima è B.: se non vuole una cosa, è quella giusta.
La seconda è Repubblica: se indica una strada, è quella sbagliata.
La terza è Salvini: se chiede qualcosa, va evitato; se lo teme, va fatto.
La quarta è Giuliano Ferrara: se sposa un governo, disastro assicurato (infatti, dagli anni 70, li ha sposati tutti, tranne il Prodi-1 e il Conte-1).
Ora, sul Conte-2 giallo-rosa, la situazione è la seguente.
B. e i suoi house organ lo temono come la peste bubbonica, perché “di estrema sinistra, pauperista e giustizialista”: quindi ottimo.
Repubblica spara a palle incatenate, con titoli da Pad ania (“Voto subito, ma c’è chi dice no”), da Giornale (“Crisi di un governo mai nato”) e da Libero (“Fumata nera, futuro grigio”) e manda in tv volti imbronciati che non fecero una piega sui patti scellerati tra Pd e B., ma il putribondo Conte non lo digeriscono proprio: quindi il Conte-2 ha ottime chance.
Il Pd, a furia di dar retta agli amorevoli consigli di Repubblica sull’appoggio a Monti, la rielezione di Napolitano, i governi con B. & Verdini, il Sì al Referenzum e il No al dialogo col M5S, s’è dissanguato: ora, smettendo di seguirli, potrebbe persino riaversi.
Salvini si sbraccia per rimettersi con Di Maio o votare, ergova deluso; e fa di tutto per evitare il governo giallo-rosa, che quindi diventa priorità assoluta.
Poi purtroppo c’è Ferrara: estenuato da ben 14 mesi all’opposizione dopo 50 anni al governo, stravede per il Conte-2.
Ma non si può avere tutto dalla vita. E le altre tre bussole parlano chiarissimo. E non si esclude l’eterogenesi dei fini. Persino B. e Salvini, nel 2016, salvarono la Costituzione a loro insaputa col No al Referenzum.
E persino Renzi, nella crisi più pazza del mondo, s’è reso utile senza volerlo svegliando un Pd già rassegnato al voto e al trionfo salvinista.
Naturalmente può darsi che il Conte-2 abbia vita anche più breve del Conte-1, che M5S e Pd passino il tempo a litigare, che la salsa aurora giallo-rosa improvvisata nei pochi giorni concessi dal Colle impazzisca al primo intoppo, che la cura emolliente di Conte non appiani le enormi differenze e diffidenze fra Di Maio e Zinga, che presto Renzi prenda le sue truppe e butti giù tutto (anche se sarà difficile che le truppe lo seguano nell’harakiri).
Il rischio di resuscitare Salvini sarà sempre in agguato. Ma è, appunto, un rischio.
La certezza è che basta il primo vagito del Conte-2 perché Salvini non conti più nulla e non se lo fili più nessuno.
E, come diceva Bossi di B. ai tempi d’oro, “se lui piange, state allegri: vuol dire che non ha ancora trovato la chiave della cassaforte”.