“LO STUPRO di Vallerano (Viterbo) riporta Casapound al centro delle polemiche: l’organizzazione di estrema destra a cui apparteneva il consigliere comunale Francesco Chiricozzi, accusato della violenza sessuale, andrebbe sciolta secondo molti esponenti politici.
“Sono odiatori professionisti e appena possono utilizzano la violenza”, dice la senatrice del PD Monica Cirinnà, che aggiunge: “I militanti di CasaPound non hanno alcun rispetto delle persone e dei loro diritti. L’organizzazione va sciolta, come chiediamo da sempre”.
E anche il Movimento 5 Stelle è dello stesso parere: il ministro della Salute Giulia Grillo ha descritto CasaPound come “una forza estremista e misogina” e la senatrice Alessandra Maiorino ha aggiunto:
“La Lega dovrebbe dar man forte alla sindaca di Roma Virginia Raggi, che da mesi chiede lo sgombero dei locali occupati abusivamente da loro nel cuore di Roma”.
Sgombero che era toccato alle sedi baresi del partito, sequestrate lo scorso dicembre per “riorganizzazione del partito fascista” dalla Procura di Bari.
Il segretario del Pd Lazio, Bruno Astorre, ha definito il partito della tartaruga “un’organizzazione para fascista, che produce una cultura basata sulla violenza, la xenofobia e la sopraffazione”.
Come Salvini, in passato CasaPound si era pronunciata favorevolmente sulla castrazione chimica: un tema che viene dibattuto da anni, e tirato fuori ad ogni occasione.
Senza condannare (ma neanche fare riferimento) all’organizzazione neofascista, il leader del Carroccio ha infatti dichiarato: “Nessuna tolleranza per pedofili e stupratori: la galera non basta. Chiamatela castrazione chimica o blocco androgenico, chiederemo alla Camera l’immediata discussione della nostra proposta di legge”.
Immancabile il tweet di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, a supporto della proposta. Ma l’alleato di governo di Salvini non è della stessa opinione: Luigi Di Maio ha infatti definito la castrazione chimica “un salvacondotto” che finirebbe per diventare un modo per uscire di galera.
Inoltre, ha ricordato come la proposta di legge riservi la misura solo “ai casi minori, come i palpeggiamenti”, e la ammetta solo se su volontaria richiesta degli imputati.
“Basta con questa storia della castrazione chimica. È una presa in giro, e tra l’altro non è nel contratto di governo”, conclude il M5S in una nota.”
Il FQ, 30-04-19