Stando ad un sondaggio interno la Lega sarebbe scesa del 7 per cento, in crescita Pd e Movimento 5 Stelle
Matteo Salvini in caduta libera, la Lega perde consensi. Il leader padano preoccupato. La decisione di sfiduciare il governo guidato dal presidente Giuseppe Conte potrebbe trasformarsi in un boomerang per il leader leghista.
Gli italiani sarebbero contrari alla crisi. E trapelano indiscrezioni “interessanti”. Stando ad un sondaggio interno commissionato dalla Lega, il partito del carroccio in una settimana sarebbe sceso dal 37 al 30% perdendo ben 7 punti percentuali. Il Pd è dato invece in crescita con un 23,4%.
In risalita anche il Movimento 5 Stelle, con un 25,2 %. Un sondaggio che avrebbe provocato il panico tra i leghisti. E Matteo ha tentato di correre ai ripari lanciando la proposta-bluff di tagliare le poltrone dei parlamentari.
Tentativo fallito miseramente. Il tradimento, il trasformismo politico del leader padano ha ricompattato la base e l’elettorato pentastellato e riavvicinato al Movimento gli elettori che alle ultime elezioni europee avevano deciso di astenersi.
La discesa in campo di Giuseppe Conte alla guida di una coalizione composta dal Movimento 5 Stelle e da una rete di liste civiche e popolari spiazzerebbe l’attuale Ministro.
L’ultimo sondaggio dell’Istituto Piepoli parla chiaro: il premier Giuseppe Conte, gode del 50 per cento della fiducia degli italiani.
I cittadini, gli elettori non vogliono le elezioni anticipate. Troppe le questioni in ballo in un momento forse mai tanto delicato per il Paese che fanno temere il disastro economico.
A cominciare dalla oramai vicina manovra per la Legge di Bilancio che ha scadenze precise, alle 200 vertenze aperte sul fronte dell’occupazione e della soluzione di annosi problemi, come per le aziende ILVA E Alitalia in testa, che rischiano di lasciare a casa oltre 200 mila lavoratori per il blocco di soluzioni urgenti e a portata di mano, il salario minimo, la stabilizzazione dei precari della scuola e delle attività di pubblica utilità.
Ci sarà un governo di transizione? Sono queste le incognite che preoccupano i vertici della Lega. Temono un governo politico che logori il loro consenso e che porti il voto troppo lontano, si parla di maggio 2020.
Ovvio che i leghisti vorrebbero votare subito, giusto il tempo di lavorare alle liste e ai collegi, impazienti di raccogliere i voti sicuri al Nord ma ‘meno sicuri’ al Sud.
Negli ultimi giorni, infatti, sono aumentate le contestazioni contro il leader padano soprattutto nelle città meridionali.