Sinistra rigenerata. Cambiare pelle.
..” è un processo aperto, senza reti protettive. Tutti i protagonisti devono essere ben consapevoli che i futuri gruppi dirigenti, a tutti i livelli, possono emergere, ed essere riconosciuti, solo grazie alla legittimazione che solo un reale processo democratico può conferire.”
Questo è un passaggio di un articolo scritto da Floridia sul Manifesto di qualche giorno fa.
Un articolo che ho condiviso perché ne condivido l’impianto circa la necessità di ricostruire un partito della sinistra in questo Paese.
Ciò che più mi convince è la sottolineatura che non si tratta di costruire un ennesimo partitino tra i tanti, ma un soggetto che per i caratteri della sua nascita preluda già alla riunificazione di tutta la sinistra, puntando sapientemente sulla sua inclusivita’, rigenerando tutti i dispersi mondi della sinistra.
Per farlo però bisogna “ripensare” con forme innovative i processi di partecipazione, i percorsi delle decisioni politiche, la promozione dei quadri dirigenti. Bisogna cambiare pelle.
Non si tratta di assemblearismo, né di pluralismo astratto, laddove tutte le posizioni pari sono, per cui si può sostenere tutto e il contrario di tutto, senza mai giungere a sintesi. Oppure di affidare deleghe in bianco a gruppi dirigenti improvvisati e autoreferenziali.
Si tratta di ridare ruolo e valore politico, nel nuovo partito, agli iscritti, agli aderenti e alle garanzie politiche che a questi soggetti bisogna dare in tutte le decisioni.
Riattivare un processo democratico che sia radicato nella fiducia reciproca , non per delega astratta, ma per costruzione di nuovi poteri decisionali entro cui i semplici iscritti, i militanti, i simpatizzanti, gli aderenti, diventino i perni, le leve per costruire una rappresentanza reale e diffusa e per affermare il “diritto di accesso” da parte di questi sia alle decisioni politiche che alle cariche elettorali e/o dirigenziali.
Non più reti protettive per alcuni, non più decisioni preconfezionate, ma processi aperti di discussione e di decisione in cui ognuno contribuisce con pari dignita’.
Un Partito non è un movimento, non è un corpo informe da plasmare secondo le volontà di gruppi ristretti, caminetti, comitati elettorali, società private, gigli magici, capibastone, arruffapopoli, con tutto l’armamentario che abbiamo conosciuto fin qui e che sta portando questo Paese alla deriva e alla sempre più evidente separazione tra politica, istituzioni e cittadini.
Un Partito è un corpo vivo e organizzato, dove ogni parte ha un ruolo e una funzione, e ogni singola molecola contribuiisce a tenerlo in vita.
Se vogliamo ricostruire la sinistra partiamo da qui, i valori li abbiamo, i contenuti aggiorniamoli all’oggi con lo sguardo al futuro, sappiamo farlo, ma la rigenerazione non può che partire da qui.
I prossimi mesi ci vedranno impegnati nella costruzione di questo nuovo soggetto politico.
Articolo 1 MdP, dopo l’esperienza del voto con la lista elettorale di Liberi e Uguali, può e deve ritessere questa trama, la prossima assemblea nazionale a questo deve servire, avendo chiaro che il percorso è lungo e pieno di insidie, ma se riusciamo a partire con il piede giusto avremo già fatto metà strada .
Pina Fasciani