di Ilaria Proietti per Il FQ, 10-8-19
La tentazione di andare a uno scontro uno-controtutti, Matteo Salvini l’accarezza. E anzi, l’idea di togliersi ogni possibile zavorra dalle spalle per una corsa alle urne in solitaria è fortissima. “Se devo mettermi in gioco con un’idea di futuro lo faccio da solo. Poi potremo scegliere dei compagni di viaggio, certo”, ha detto a caldo dopo l’innesco della crisi e l’avvio della rumba elettorale. Facendo mostra di non temere nulla, vada come vada.
UNA PROSPETTIVA che escluderebbe Forza Italia oggi in grandissima difficoltà. Per questo Silvio Berlusconi provare a stanare la Lega: “Non facciamo perdere al Paese altro tempo, risparmiamo agli italiani avventurismi e scegliamo la via della chiarezza: sottoscriviamo un accordo prima del voto per regalare un nuovo sogno agli italiani”, dice il leader forzista che ha già in mente anche il nome dell’alleanza, ‘”La squadra del sì”, idealmente contrapposta a quella del No incarnata dai 5 Stelle.
Inutile dire che il candidato premier sarà Salvini, cosa che tutti i forzisti danno per scontata. E di fronte alla riluttanza ad essere presi a bordo dal Capitano sussurrano: “È impensabile che il capo del Carroccio rischi di perdere l’occasione di diventare presidente del Consiglio”, fanno trapelare mentre si confermano “contatti tra Salvini e Berlusconi per dare corpo all’alleanza”.
Che un politico navigato come Clemente Mastella, attuale sindaco di Benevento non dà per scontata: “Poiché da questa situazione politica ci potrà essere la fine politica di Forza Italia o la sua resurrezione politica, io ritengo che prima di avventurarsi a dire semplicemente sì alla sfiducia proposta dalla Lega ci debba essere una dichiarazione politica di Salvini che lo impegni a fare una intesa con Berlusconi e Meloni”.
E se così non fosse?
A quel punto i parlamentari avrebbero mani libere, specie a Palazzo Madama dove il voto del gruppo forzista (il secondo più numeroso dopo quello del M5S) sarà decisivo per la sorte del governo Conte: “Senza un patto pre-elettorale – minaccia Mastella che ha sua moglie eletta proprio al Senato – si lasci ai parlamentari libertà di coscienza”.
E di decidere sul loro futuro perchè il patto – è il non detto – riguarda le possibilità per molti eletti di essere ricandidati in collegi sicuri per non dire blindati. Che sarà la Lega, l’unica che farà il pieno di voti alle urne, a poter assicurare.
L’incertezza insomma è tanta e tale da mandare in fibrillazione il partito dell’ex Cav. Che intanto spera che Giovanni Toti non riesca neppure a raccogliere le firme per presentare alle elezioni la sua creatura filoleghista “Cambiamo”.
E che pertanto una serie di aspiranti parlamentari rimanga fuori dai giochi.
E Fratelli d’Italia?
Giorgia Meloni è chiara: “Noi le alleanze le facciamo prima del voto e non dopo, perché vogliamo essere chiari, siamo la forza più coerente, siamo concreti e affidabili”, dice forte dell’ultimo sondaggio Ipsos che dà il suo partito al 7,5 percento contro il 7,1 di Forza Italia.
MA AL DI LÀ dei numeri, lo schema dell’alleanza di centrodestra a tre per FdI appare superato dagli eventi, perchè al partito di Meloni non è piaciuto che David Sassoli del Pd sia riuscito a diventare presidente del Parlamento europeo grazie al sostegno di Forza Italia.
E lo stesso vale per quello che viene definito il mega-patto del Nazareno europeo con Pd e 5 Stelle per l’elezione di Ursula von Der Leyen alla presidenza della Commissione Ue.
E che dire di Stefania Prestigiacomo saltata su una nave Ong insieme a Nicola Fratoianni e Riccardo Magi di +Europa?
Silvio dedica questa canzone a salvini.