ANDREA SCANZI Il vicepremier ha sbagliato tanto: prima pavido, poi picconatore
II l fatto stesso che molti si siano stupiti della scoppola fa capire quanto i 5S abbiano perso contatto con la realtà. E dunque con se stessi. Di Maio non è “il” problema del M5S e men che meno di questo Paese (imbarazzante il livore che molti intellò stanno vomitando su di lui), ma ha sbagliato tanto. Prima troppo pavido e poi troppo picconatore con Salvini.
Si è sopravvalutato (vicepremier, capo politico, 2 volte ministro: anche meno, Luigi). Qualche scena patetica (il balcone, “aboliremo la povertà”, la “sacra teca”con la tessera numero 1 del reddito di cittadinanza). Alcuni colleghi tremebondi (Castelli, Sibilia). Avere avallato l’osceno salvataggio di Salvini sulla Diciotti.
C’è poi il peccato di fondo per molti elettori di sinistra che li avevano appoggiati nel 2018: governare con la Lega. Quei voti non torneranno, altri forse sì. Unica strada: far saltare al più presto il Salvimaio, prendendo uno dei mille (giusti) pretesti che arriveranno, e tornare a fare l’opposizione: la cosa in cui più eccellono. Più faranno il predellino di Salvini e più evaporeranno.
DONATELLA DI CESARE L’Italia ha scelto l’uomo forte: la colpa è anche del Movimento
L’ impressione che si riceve dai dati elettorali in Italia è che sia stato scelto “l’uomo forte”, con le sue lusinghe, le promesse di risolvere tutto in un battibaleno – anche i problemi gravi, gravissimi, quelli complessi, intricati, epocali. Lo schema si ripete. Come se non ne avessimo già avuto abbastanza nel passato…
Altro che politica delle donne! Se però gli elettori compiono scelte del genere, immaginando di uscire dalla storia (senza valutarne il prezzo), la colpa va attribuita anche ai 5S che dovrebbero far riflettere, evitando quelle scorciatoie che portano solo a un pantano.
Se si guarda all’esito dei voti in Europa, viene fuori che i sovranisti non hanno avuto la meglio. La profonda crisi ha aiutato a comprendere che l’Europa resta un grande progetto politico a cui non si può rinunciare.
Sbaglia il M5S quando continua a indicarla come un nemico. Per modificarla serve, tuttavia, una chiara agenda di valori che rilancino la giustizia sociale dentro e fuori i confini nazionali.
ALDO GIANNULI È stata una Caporetto: adesso governo col Pd o elezioni
Per capire il crollo del Movimento 5 Stelle bisogna tenere conto che un anno fa avevano preso troppi voti, nel senso che grazie alle molte promesse elettorali ha attratto voti molto al di fuori del suo elettorato, che alla prima delusione se la sono squagliata.
L’accordo con la Lega ha fatto il resto. Adesso ci vorrà tempo, è stata una Caporetto. Se restano al governo e continuano come nulla fosse scompariranno alle prossime elezioni. Io, fossi nei 5Stelle, lascerei un po’il cerino a Salvini, andando al contrattacco e facendomi dire di “no” su alcune iniziative sensibili.
Dopodiché le strade sono due: o un governo con il Pd, soprattutto in vista dell’autunno e della manovra, oppure elezioni anticipate in cui pagheranno un sicuro scotto, ma che se non altro sarebbero la fine della discesa, dopo cui inizierebbe una fase nuova. Tutto questo ovviamente non più con Di Maio: dopo la sconfitta consiglierei una leadership collegiale, magari riconsegnando un ruolo diverso a Grillo.
da Il FQ, 29-05-19