Mafia capitale, il procuratore Pignatone: “Inquinata la vita della città, avevamo ragione noi”
Il magistrato:
“Intimidazione e riserva di violenza: i due requisiti del 416 bis c’erano. Esistono grandi mafie e piccole mafie ma il fatto di essere piccole non vuol dire che non lo siano”
Questa è la città che Virginia Raggi avrebbe dovuto “bonificare” appena insediata.
Ad una settimana dall’insediamento i giornali già aizzavano i cittadini a scendere in piazza, a chiedere come mai ci fosse tanta spazzatura per le strade, tuonando contro autobus, pochi e malridotti, servizi pubblici carenti e non al livello di altre capitali in giro per il mondo civile.
Ad una settimana dall’insediamento.
SIC!
L’opposizione già tuonava, lanciava fulmini e saette…anche in previsione delle prossime elezioni del 4 marzo, dimostrando l’incapacità della nuova sindaca sarebbe stato facile l’assunto “Se non sanno governare una città, figuriamoci il paese”.
Virginia Raggi, fragile e paracula, ha comunque le sue colpe, sbagliato nomine, ritardo negli interventi, ma il “cancro” che ha infettato e infetta Roma l’hanno appena dichiarato i giudici con sentenza dell’11 settembre 2018.
A Roma ha imperato un organizzazione di stampo mafioso che ha “inquinato” e inquina tutti i gangli vitali dell’amministrazione capitolina.
Per porre rimedio a tanto danno ci vuole tempo, ma per la Raggi il tempo doveva essere un paio di settimane massimo.
Capito ora?
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