Aveva detto appena 4 mesi fa:
Nel Pd, alla vigilia delle primarie del 3 marzo, è sempre più caos. In un lungo audio rilanciato ai suoi sostenitori via WhatsApp, il senatore Matteo Richetti scarica duramente il «suo» segretario Maurizio Martina (appoggiato anche da una parte di renziani), con il quale componeva un ticket in vista dei gazebo:
«Per me la mozione è finita. Ho cancellato le iniziative, io non ci vado in Toscana a dire votate Martina, anzi vi invito a farvi i cazzi vostri.— si sfoga Richetti — Sosterremo i nostri, io non li lascio soli. Martina può andare a gare. Ha voluto preferire i De Luca e i Lotti e compagnia? Da noi non avrà nessun sostegno»
Poi, una volta che l’audio è diventato pubblico, Richetti prova ad aggiustare la mira:
«Da un anno e mezzo ho riunito 170 comitati in tutta Italia coinvolgendo giovani e risorse nuove che o diventano l’asse portante della mozione o non va — dice — In alcune regioni come in Lombardia, Piemonte e Emilia Romagna abbiamo fatto un buon lavoro, ma in altre realtà, come in Sicilia, l’innovazione non c’è. Il mio è un dato di amarezza, Martina lo condivide e io sto al suo fianco fino alla fine della nostra avventura».
Avventura, che però, sembra già finita.
Dopo questa rottura, il governatore Nicola Zingaretti si trova con la strada ancora più spianata nella corsa per diventare nuovo segretario del Pd.
Intanto, in una intervista a Il Foglio, l’ex ministra Maria Elena Boschi annuncia il suo sostegno a Roberto Giachetti come segretario:
«Voto “Bobo”. È l’unico in questa fase che difende il lavoro e il progetto politico che abbiamo portato avanti in questi anni. Non che non mi fidi di Zingaretti, che dice che non farà patti con il M5S, però penso che ci siano fasi in cui tocca ad altri. E questa è una di quelle fasi».
Ed oggi si sfoga: