Il FQ, 28-7-19
Sono circa 1,3 milioni le domande di Reddito di cittadinanza arrivate finora, 800mila almeno le card ricaricate. In questi mesi i beneficiari stanno raccontando al Fatto l’effetto che questo ha avuto nella loro vita (le loro storie le trovate di seguito). Per qualcuno è cambiata, per altri, invece, le critiche per gli importi esigui o le difficoltà ne hanno limitato l’impatto. Intanto, andranno “a battesimo”lunedì in Sardegna i primi navigator: in 121 parteciperanno a una giornata di presentazione e formazione, la prima a livello nazionale, al l’Università di Cagliari. Ci sarà anche Mimmo Parisi, presidente dell’Anpal, l’Agenzia nazionale per il lavoro: “Sarà una giornata di orientamento che prevede la comunicazione di tutte le informazioni necessarie ai navigator per svolgere i propri compiti” ha detto, in parte rispondendo alle accuse sull’eccessiva spesa che sarebbe stata erogata per la convention di tre giorni. All’appuntamento di Cagliari seguiranno infatti quello di Roma e di Palermo. “Anpal – si legge sul sito dell’Agenzia – ha disegnato un percorso formativo” che consenta “di essere pienamente operativi già ad agosto”.
SONO disoccupato da aprile 2017 e sono ospite a casa di un amico. Ho sperato nel reddito di cittadinanza come un piccolo aiuto per venir fuori da una povertà che mi spezza l’anima e il corpo. Ho ricevuto solo 207 euro, perché mi è stato detto che si va a integrare con la mia situazione del 2017. Cosa che trovo assurda. Ci vuole poco a comprendere che le entrate che avevo due anni fa non le ho più ora. PAOLO A. (ROMA)
HO DUE FIGLI di cui uno invalido. Sono divorziata da pochi mesi. Senza lavoro dal 2016. Vivo in affitto. Io nel 2017 avevo l’assegno di mantenimento da parte del mio ex marito, per cui fra il mio e quello del figliolo raggiungevo 750 euro al mese. Ora, invece, percepisco solo 400 euro. Per questo mi hanno accreditato solo 40 euro. Capirete che mi sono sentita presa in giro. È bello aiutare ma fate in modo che i poveracci come me possano dichiarare la situazione attuale non quella di due anni fa. CINZIA D. (59 ANNI, BERGAMO)
MIA MOGLIE e io ci siamo potuti comprare le scarpe e riesco a pagare il mutuo e le bollette. Prima del reddito di cittadinanza facevo volantinaggio, naturalmente in nero. Colgo l’occasione per incoraggiare tutti quelli che sono nelle mie stesse condizioni a non perdere mai la speranza. Può darsi che questa volta un lavoretto ce lo trovano davvero. GIAMPAOLO (61 ANNI, CAGLIARI)
SONO DISOCCUPATO dal primo giugno 2017, ho una casa in affitto e vivo solo. Sapete quanto mi hanno dato? 87 euro, perché nel 2017 ho lavorato 5 mesi. STEFANO M. (57 ANNI, PERUGIA)
SONO LAUREATO in giurisprudenza, ho 28 anni e da aprile percepisco 144.75 euro di reddito di cittadinanza. Premesso che prima di tale data per lo Stato italiano non esistevo, 144 euro al mese sono ben lontane dalle più rosee aspettative dei 780. Ho molta voglia di lavorare, vorrei metter su famiglia, vorrei qualcosa di stabile, al momento sto ultimando il tirocinio propedeutico all’esame di abilitazione alla professione forense, 18 mesi non retribuiti, senza copertura assicurativa nè previdenziale. Il mese di agosto invece di andare al mare andrò a fare il vigile urbano. Per un mese, e probabilmente perderò il sussidio. Poco importa, spero di non uscire dal programma e che mi sia trovata un’occupazione, qualsiasi. Il lavoro non mi spaventa, neanche quello manuale, per mantenere gli studi ed aiutare i miei ne ho fatti di ogni tipo. Qui, però, il lavoro è oggetto di ricatto sociale, lavori come uno di Milano o forse anche di più, ma la busta paga (quando la vedi) è la metà se non un terzo. Il reddito di cittadinanza non mi ha reso ricco come qualcuno sosteneva e tanto meno sono stato sul divano a girarmi i pollici. Ma mi ha permesso di comprare un paio di scarpe o una maglietta senza dover chiedere i soldi ai miei genitori. A 28 anni, credetemi, è una cosa molto deprimente, soprattutto per chi come me ha affrontato un percorso di studi molto difficile. Tutte le mattine osservo la mia laurea a quell’angolo di muro, ma sarò davvero soddisfatto quando smetterò di chiedermi se ne sia valsa realmente la pena. GIANLUCA (28ANNI, CALABRIA)
SONO MAMMA di due bambini con disturbo dello spettro autistico. Prima di percepire il reddito di cittadinanza, di circa 915 euro, vivevamo con 680 euro delle pensioni dei miei figli e i 200 euro che prendo io in busta paga. Spero tanto che ci chiamino a lavorare e soprattutto spero che tengano conto dell’impegno per i nostri figli tra scuola e terapie. Per noi è stato di vitale importanza il reddito di cittadinanza. ONIDA (34 ANNI, CREMONA)
AVREI voluto scrivere che magari con il reddito potevo pagare il bollo scaduto oppure le tasse comunali oppure il pieno ogni tanto. Ma non posso perché non l’ho ricevuto. Perché? Perché l’Inps conta come reddito la pensione di invalidità, come se per noi fosse un lavoro essere invalidi. Io come tanti altri invalidi siamo rimasti esclusi proprio per questo conteggio. FRANCESCO S.
SONO disoccupata dal 2005.Ho iniziato a lavorare nelle fabbriche di abbigliamento a 17 anni, sempre sfruttata e pagata poco. I contratti sono da tre ore ma ne fai anche 14. Dopo la scuola di estetica, con sacrifici, ho trovato la stessa situazione, prove infinite senza retribuzione né contratto. Ora posso pagare una bolletta, l’affitto, comprare il pesce, alimento per me impossibile da mangiare prima, una pizza, un bagno schiuma in più. Mi vergognavo della mia situazione perché dovevo riscaldare l’acqua per lavarmi, lavare i panni a mano non avendo una lavatrice. Tuttora vivo in una stanza col mio compagno ma vivo dignitosamente nell’attesa di una chiamata dal centro per l’impiego perché prima di tutto vorrei lavorare, un lavoro normale con contratto, che mi permetta di vivere finalmente una vita normale. DANIELA (36 ANNI, BENEVENTO)