Ottima analisi, come sempre 🙂
Io cmq non vado a votare perché non credo più a questo PD come l’hanno traformato…è un nulla rancoroso e spesso vendicativo…nonostante i buoni propositi del pur apprezzabile Zingaretti (con i suoi chiaroscuri in Regione)
“Primarie PD, la rimozione della verità.
Domani il voto per le primarie del PD dovrebbe dirci qualcosa circa lo stato di quel Partito. Qualcosa non tutto.
Perché si elegge il Segretario e quindi un equilibrio interno.
Non molto ci dirà sul profilo che questo partito assumerà circa la sua complessiva proposta politica per cambiare il Paese e affrontare le sfide della nuova crisi economica in corso , vedi ultimi dati Istat, e l’avanzare della destra.
Sul profilo del PD è ancora tutto molto incerto, sfumato in troppi tratti e stante le condizioni territoriali in cui si dibatte questo partito, difficile da prevedere e riconoscere.
Molti cambi di casacca, movimenti e spostamenti radicalizzanti, uscite e rientri , che impediscono una connotazione chiara .
Sarà difficile a mio giudizio identificare l’anima, il cuore, la ragione, i valori di quel Partito, ciò che al di là di tutto lo dovrebbe tenere insieme.
Le stesse dichiarazioni di Giachetti già preludono a una fase di guerra permanente, a meno di una scissione renziana.
Se dopo il 4 marzo ci fosse stata un’analisi a tutto campo della sconfitta, partecipata e condivisa attraverso un Congresso straordinario, perché straordinaria era la sconfitta , non avremmo , probabilmente, una sorta di liquidità dell’esito sul piano politico e dell’identità e ci sarebbe un Segretario figlio di un percorso ragionato, di una linea chiara, una scelta consapevole.
Una scelta di verità. Così non è.
Invece si è preferito soprassedere alla verità e andare alla conta sui nomi, come se , ancora una volta, i nomi assumessero in sé l’articolazione, le idee, la complessità del pensiero politico e della sua formazione.
Insomma si vota a ” fidasse”, come si dice a Roma.
Non proprio una scelta adeguata al momento che viviamo.
Ancora di più peserà su questo voto, in termini di liquidità, la partecipazione degli “esterni”, ovvero di tutti coloro che usciti o abbandonato il PD, perché non più convinti della sua politica, si sono rivolti ad altri, hanno fatto altre scelte.
La loro partecipazione alle primarie inevitabilmente contribuirà a rendere ancora più liquido l”esito, drogandone il risultato , allontanando ancora di più l’opera di verità che, a mio giudizio andrebbe fatta.
Insomma che vinca Zingaretti su un consenso gonfiato non lo aiuta, perché il giorno dopo si ritroverà a dirigere ancora una volta un Partito che non ha cambiato schema , ma che di quello schema ha fatto la sua anima.
Un paradosso ancora più stridente.
Molti affermano che comunque Zingaretti può rappresentare un argine, una possibilità per il futuro. È vero e quindi non condanno gli “esterni” che scelgono di andarlo a votare, l’importante è non illudersi e essere consapevoli che per battere le destre ci vuole la politica , un Partito che ripudi schemi fallimentari, e poi gli uomini e gruppi dirigenti conseguenti. Non il contrario.
Rimuovere la verità può fare molto male.
Per il futuro del Paese.”
di Pina Fasciani